James Norton E se Bond fosse rosso?
Dopo le serie tivù che l’hanno reso celebre (War & Peace e McMafia) James Norton arriva al cinema con Piccole donne. E si parla di lui come uno dei candidati al ruolo che è stato di Daniel Craig
tra piccole grandi donne
Il suo nome è James e potrebbe diventare James Bond. Meno algido dell’agente in carica Daniel Craig, a cominciare dall’effetto incendiario dei suoi capelli rossi a onde. James Norton, 34 anni, è uno degli attori inglesi considerati papabili per il personaggio più amato dalla regina. Diventato celebre grazie ad alcune serie tivù (Granchester e McMafia ora su Amazon Prime), sarà nei cinema il 9 gennaio nel Piccole donne di Greta Gerwig, dove interpreta John Brooke (l’innamorato di MegEmma Watson). Se dopo il 2020 fosse lui a prendere il tuxedo e la pistola lasciati da Craig dopo No Time To Die (in uscita ad aprile) sarebbe una svolta in linea coi tempi: pur essendo un londinese doc, James è un tipo caloroso e “pasionario” nelle sue scelte. Si espone su temi che appassionano i giovani, twitta sul climate change.
E parla con l’entusiasmo di un ragazzo. «Come ogni attore mi sento un po’ bambino, mi faccio incantare dalle belle storie. Se mi proponessero un film di supereroi non resisterei, ma sento anche il dovere di usare cinema e tivù non solo per divertire, ma per far riflettere su quello che accade nel mondo. Sulle ingiustizie, sul divario tra ricchissimi e poverissimi».
Piccole Donne ti ha portato su un grande set di Hollywood. Che effetto fa?
«Una meraviglia: ho passato due mesi a innamorarmi del personaggio di Emma Watson! Per me è stata l’occasione di lavorare con attrici meravigliose. Se penso a quanto mi intimoriva Meryl Streep! E invece ci ho bevuto tanti caffé chiacchierando amabilmente».
Eppure sono passati 10 anni dall’esordio, con una piccolissima parte, in An Education. Timidezza? «Allora ero agitatissimo. Ricordo una scena in cui dovevo solo agitare la mano per salutare Carey Mulligan da lontano: non so quante volte avrò provato quel ciao davanti allo specchio (ride). Oggi chi mi farebbe davvero tremare, se facessi un provino con lui, è Paul Thomas Anderson (regista di The Master e Il filo nascosto, ndr)».
Se ne parla da quando hai girato la serie McMafia, dove interpreti il figlio di mafiosi russi che, educato a Londra, vuole entrare nel mondo della finanza etica... «...ma si ritrova ugualmente invischiato perché il crimine si è fatto strada anche nella finanza e nella politica, muovendosi tra Mosca, Washington e Londra. Forse mentre lo giravo non mi ero reso conto di quanto fosse attuale. Ma come le cronache rivelano, ci sono molte ombre nelle nostre società democratiche».
Di recente hai girato Mr. Jones di Agnieszka Holland, storia del giornalista che negli anni 30 rivelò la carestia tenuta nascosta da Stalin in Unione Sovietica.
Lì hai dovuto correre nella neve alta. Eri allenato? «Non abbastanza. Correre nella neve che ti arriva fino al ginocchio, e nel gelo dell’Ucraina dove abbiamo girato d’inverno, è stato faticosissimo. Ma la storia di Gareth Jones mi ha appassionato moltissimo. Viveva il giornalismo come una missione. Inquieto, sempre alla ricerca della verità. Per questo nel film è in continuo movimento, come uno di quei ragazzini che non stanno mai fermi. Il tema storico-sociale è nelle mie corde».
A poco più di vent’anni sei andato in India per fare teatro coi bambini. È nata così l’idea di recitare? «Avevo quella passione fin da piccolo, in realtà. Gli altri bambini odiavano venire a casa mia perché mettevo in piedi delle recite anziché giocare a pallone (ride, ndr)! Ho fatto teatro a scuola. E dopo un sabbatico nel sud est asiatico, a 18 anni da solo, dopo la laurea sono tornato in India con quel progetto teatrale che era finanziato dalla mia università (è laureato in Teologia al Fitzwilliam College di Cambridge, ndr)».
È vero che da giovane facevi anche il clown alle feste dei bambini?
«Già, con cinquanta bambini di 4-5 anni uscivo con un mal di testa... era più faticoso di tutti i ruoli che abbia mai avuto a teatro o al cinema».
Con tutti gli impegni per il cinema, riesci a trovare tempo per te?
«Mi piace fare sempre nuovi progetti e i nuovi incontri mi danno molta energia. Il prezzo da pagare è una vita imprevedibile: quest’anno ho dovuto rinunciare ai matrimoni di alcuni cari amici, ma le persone più care sono comprensive e pure la mia fidanzata (Imogen Poots, attrice, ndr). Quanto alle vacanze, non le passo steso su spiagge da sogno. Amo viaggiare e, grazie al mio lavoro, sto scoprendo posti del mondo che altrimenti non avrei mai visto».