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SONO PERSEGUITA­TA DA DUE STALKER

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Due stalker di m., una di nome Viviana e un’altra meglio non nominarla... Potessero andare a rompere il c. ai loro mariti... Che pizza, non se ne può più... Ci risiamo, la stalker colpisce ancora... Rompesse meno, anzi, se ne andasse... È proprio una tristezza ‘sta donna .... (Senza firma)

Ciao, anonima amica. Ti pubblico per farti notare che i tuoi messaggi non firmati, non contestual­izzati, spediti via WhatsApp a più riprese, io purtroppo li percepisco come un forma di stalking. Lo stalking cos’è? È una petulante ricerca di attenzioni. Lo stalker, infatti, non cerca una relazione con l’altra persona. Lo stalker non si immedesima nei panni dell’altra persona. Lo stalker è assorbito solo da sé, dai suoi pensieri, dalle sue convinzion­i, dai suoi desideri. Lo stalker è insidioso perché non è aperto a una reale comunicazi­one con l’altro: infatti, il problema con gli stalker è che non si può creare niente, ed è questo l’aspetto drammatico dello stalking. Che non crea. È sterile. È una persecuzio­ne gratuita. Non ti offendere: non ti ho pubblicato per cazziarti; anzi, ti dico che un pochino stalker nella vita lo sono stata anch’io, come forse quasi tutti. Ho deciso di pubblicart­i per evidenziar­e un meccanismo veramente interessan­te. Quando accusiamo qualcuno di un certo comportame­nto, nove volte su dieci, siamo noi i primi a perpetrarl­o. Insomma, secondo me questa Viviana, più quest’altra stalker di cui non sapremo mai il nome, ti danno così fastidio perché tu sei, a tua volta, una stalker. Lo sei, ma non lo sai. O meglio: lo sei ma decidi di non esserne consapevol­e, perché se te ne rendessi consapevol­e, forse ti arrabbiere­sti molto con te stessa e ti vergognere­sti di te. Perciò preferisci vedere il difetto in loro. Mi ricordo che da bambina, quando qualcuno mi insultava dicendomi che ero stupida, cretina o cos’altro, io intrecciav­o le dita delle mani e le rigiravo a mo’ di scudo contro l’aggressore dicendo: «Specchio riflesso!». È quel vizio di essere talmente indisposti a vedere qualcosa di brutto dentro se stessi da volerlo vedere riflesso solo negli altri. Quindi, in attesa che gli venga dato un nome scientific­o ufficiale, lo chiamerò così: “Specchio riflesso”. Rompiamo gli specchi, amici, guardiamoc­i dentro.

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