Editoriale
Il tempismo non è mai stato il mio forte. Ho scoperto di aspettare la mia primogenita dieci giorni dopo aver firmato per un magazine che sognavo da tempo. Mi sono fatta coraggio e ho affrontato il nuovo capo: “Sono incinta, strappiamo il contratto”. Il mio nuovo direttore? Una donna più coraggiosa di me: ha accolto la notizia con una risata e un abbraccio. Un anno e mezzo dopo cambio direttore e scopro di essere incinta un’altra volta… Neanche questa volta rallento e al settimo mese volo a Parigi per la fashion week con una valigia piena di look oversize e un gruppo di colleghe come bodyguard: sia mai che qualcuno mi spinga e mi faccia cadere. Oggi i miei figli sono vicini all’adolescenza, abbiamo superato insieme ricoveri in ospedale la vigilia di Natale e varicelle mentre ero in viaggio di lavoro. Nonostante i momenti difficili sono felice che nessun amico mi abbia consigliato di fermarmi a un solo figlio come succede ai due protagonisti del film Figli di cui parliamo a pag 30. Ho imparato a gestire le mie paure (tante), a convivere con le incertezze (sono un’ottimista che sfoga l’ansia a livello onirico), le chat dei genitori su whatsapp sono silenziate e non ho rinunciato alla mia vita sociale: organizzo gli aperitivi direttamente a casa mia, con gli amici e con i miei figli.