SOFFRO DI DEPRESSIONE PORT PARTO, AIUTO!
Ho partorito da alcune settimane e sono ancora in piena depressione post parto. Pensavo che dopo i primi giorni sarei tornata quella di sempre, invece non dormo, non ho fame, piango come mai era successo, sono spesso di cattivo umore e fisicamente K.O. Dicono che è normale. Tu che dici...? Terry
Il giorno dopo aver partorito ho ricevuto a casa un fascio di rose. Ricordo che erano bellissime, e tantissime. Era un mazzo troppo grosso da abbracciare. Il biglietto diceva: «Un caloroso benvenuto all’erede». Sono uscita con le rose in mano, sono salita al piano di sopra e ho suonato il campanello della vicina, lasciando mia figlia giù in soggiorno in carrozzina, come una tartaruga sul dorso. La mia vicina ha aperto e io ho balbettato «Hai per caso un vaso?». Mi sembrava talmente patetica la scena, io, il vaso, le rose, la bambina giù, io su, queste troppe rose che non trovavano vaso, io che non trovavo un contenitore per le rose né per le mie emozioni: che ho iniziato a singhiozzare. Ho iniziato a ripetere «Se hai un vaso...», e nella parola va-so, in quelle due sillabe, mi sembrava potessero entrarci tutte le lacrime del mondo, così ho iniziato ad asciugarle di palma e di dorso, con entrambe le mani, e intanto la faccia della vicina ha completamente cambiato colore, mi ha detto «Entra, entra...» ed è corsa di là a prendere un vaso. Non potevo entrare, avevo lasciato la piccola tartarugata sul dorso, io madre snaturata. La vicina è ritornata con in mano una cosa che sembrava una mongolfiera: un vaso di vetro soffiato blu a forma di palla che non riusciva ad abbracciare per intero, come io non riuscivo ad abbracciare per intero le rose. Sembrava volermi dire: ho capito quante lacrime hai, ti porto una cisterna, così puoi mettercele tutte dentro. Mi ha chiesto se avevo bisogno di altro, le ho risposto di no, ma non era vero. Sono tornata giù con questo pianeta in braccio, l’ho messo nella vasca, ho aperto il rubinetto, e credimi, mi sono sentita tante volte sola nella vita, ma sola come quel giorno non mi ci ero mai sentita. Per dire che non ti devi preoccupare, che poi passa. Ci siamo passate tutte. Un bacio, e un caloroso benvenuto all’erede.