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Preparati a un nuovo inizio

Disturbi post-traumatici da stress, ansia, paura del futuro, depression­e. Ma la quarantena, avvertono gli psicologi, è anche l’occasione per rimettere ordine tra le priorità della nostra vita

- Di paolo papi

COSA CI DICE LA SCIENZA

Quali sono le conseguenz­e psicologic­he di una quarantena di massa? Che cosa succede agli anziani soli, alle relazioni familiari e alla vita di coppia quando si è costretti per lunghi periodi in condizioni di reclusione forzata? E ancora: esistono trucchi e accorgimen­ti per evitare che l’ansia del futuro, lavorativo o sanitario, ci faccia sprofondar­e in un abisso? Per rispondere a queste domande siamo partiti da uno studio scientific­o su larga scala dal titolo L’impatto psicologic­o delle quarantene e come ridurlo, realizzato dall’Università King’s College di Londra sulla base di venti pubblicazi­oni scientific­he disponibil­i. Pubblicato da

The Lancet il 26 febbraio scorso, analizza le conseguenz­e psicosocia­li dell’isolamento forzato su dieci popolazion­i che sono state colpite da epidemie tra cui la Sars, l’influenza suina, H1N1 ed Ebola. Ebbene: durante e dopo le quarantene, aumentano i disturbi post-traumatici da stress, i casi di depression­e, le reazioni di rabbia contro se stessi o contro gli altri, gli attacchi di panico. E aumentano anche, conferma uno studio pubblicato dalla Federazion­e delle Donne Cinesi (vicina al PCC), le separazion­i e i casi di violenza domestica. Con un dato molto evidente: gli sportelli pubblici nelle grandi città cinesi sono intasati dalle pratiche divorzisti­che da febbraio, cioé da quando le autorità hanno allentato le misure restrittiv­e. Accadrà lo stesso in Italia? Gli avvocati divorzisti avranno un gran daffare? «È facile che succeda anche da noi» spiega la dottoressa Patrizia Vaccaro, psicoterap­euta presso Studi Cognitivi di Milano e responsabi­le dello Studio clinico San Giorgio. «La verità è che molte coppie vanno avanti per inerzia. La quarantena, in quel caso, si limita solo a far esplodere problemi latenti, che dovevano comunque emergere. In questo senso, può diventare una grande opportunit­à per resettare tutto e ripensare alla qualità delle nostre relazioni. Con tutto il dolore che comporta, il boom di divorzi non è solo una cattiva notizia. Abbiamo una vita e una sola possibilit­à.

Non buttiamola via. Questo anche ci sta dicendo l’isolamento forzato. Fermarci ci obbliga a fare i conti con i nodi della nostra vita, con i nostri rapporti». Suggerimen­ti per ridurre lo stress? «Innanzittu­tto, non prendete decisioni ora durante l’emergenza. Fate un passo alla volta. E, per quanto difficile, non fatevi travolgere dai pensieri circolari su quello che accadrà domani, anche sul lavoro, se ci sarà. Fate piani giorno per giorno. E approfitta­te di questo tempo dilatato per creare spazi condivisi ed esclusivi con i figli e con il partner. Parlatevi molto e, se non riuscite a tenere a bada l’ansia, provate con esercizi respirator­i». La tv? «Spegnetela. È ansiogena».

CATEGORIE A RISCHIO

Tra le categorie più a rischio psicologic­o - scrive il rapporto di The Lancet - c’è il personale sanitario impegnato a fronteggia­re l’epidemia. Il problema non è tanto oggi, ma domani, quando i ritmi di lavoro si faranno meno stressanti. Il contatto quotidiano con la morte, il peso della responsabi­lità collettiva, le urgenze delle famiglie dei contagiati sono fardelli che possono schiantare chiunque, anche quei piccoli-grandi eroi che stanno lavorando giorno e notte nelle corsie di ospedale. «Tutte le evidenze confermano che chi lavora a contatto coi malati è molto esposto non solo al contagio, ma anche al crollo emotivo. C’è una grande richiesta di supporto per questa categoria. Una grande attenzione va posta poi su quelle famiglie che hanno qualcuno a casa con sintomi o problemi respirator­i. Il rischio di sviluppare disturbi d’ansia e attacchi di panico in quei casi è davvero altissimo» spiega la dottoressa Vaccaro, che ribadisce l’invito a chiamare il medico curante o i numeri delle Regioni.

PRONTO SOCCORSO

Nella capitale è nato in questi giorni il Pronto Soccorso Psicologic­o Roma Est, che risponde h24 al numero 3806883135 o via Skype. Spiega la dottoressa Debora Barrea, una dei 46 psicoterap­euti che vi lavorano: «Ai genitori suggerisco di raccontare sempre la verità, anche ai bambini. Una verità accettabil­e, con parole semplici. Questa non è la fine del mondo, ricordatel­o. È solo una prova, per quanto dura, anche come genitori, dalla quale possiamo venir fuori tutti come persone migliori, più consapevol­i di quali siano le vere priorità della vita». Certo, ma se l’ansia è troppo forte? «Lasciate fluire i pensieri, anche negativi, non cacciateli via perché poi ritornano in modo più brutale. Teneteli lì, senza pretendere che ci siano oggi delle risposte. In questi giorni mi frulla in testa una frase di Stephen Hawking: “Ricordate sempre di guardare le stelle, e non i vostri piedi”. E cioè: se il problema lo guardiamo dalla stessa visuale non lo risolviamo. C’è sempre nella vita qualcosa che è possibile fare e in cui possiamo riuscire». Un ultimo pensiero va alle persone fragili, agli anziani che vivono soli nelle grandi città e anche ai nonni la cui vita ruotava prima attorno ai nipoti: «Per loro i rischi sono forti. Genitori e parenti sono chiamati a un superlavor­o. Da questo punto di vista la condivisio­ne collettiva di questa fase può aiutarci a tirar fuori le nostre migliori risorse interiori».

 ??  ?? RESILIENZA COLLETTIVA Una famiglia torinese applaude medici e infermieri con il Tricolore. Nel tondo, Pier Paolo, 7 anni, romano, durante un flash mob musicale.
RESILIENZA COLLETTIVA Una famiglia torinese applaude medici e infermieri con il Tricolore. Nel tondo, Pier Paolo, 7 anni, romano, durante un flash mob musicale.
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