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Albertino Faccio un lavoro socialment­e utile: la radio

- Di rachele de cata

Conduttore, direttore artistico, talent scout. Albertino, uno dei dj più longevi delle radio italiane, è ancora “on air”. Con le regole di sempre: «Belle voci, poche chiacchier­e, buona musica»

esce solo per fare la diretta

«Per fortuna posso ancora fare le mie due ore di programma (Albertino Everyday, tutti i giorni dalle 17 alle 19), ma se e quando non sarà più possibile, scatterà il piano B». Si va avanti a tentoni, ai piani alti di m2o, l’emittente di cui Albertino, voce storica delle radio italiane, è anche direttore artistico da circa un anno. Le accortezze sono dovute al momento di emergenza sanitaria: «Internamen­te ci siamo organizzat­i da subito con lo smart working, in totale siamo una trentina e per fortuna abbiamo format semplici, all’americana: gli speaker si fanno l’autoregia, senza il tecnico. Alterniamo i conduttori in fasce di tre ore così non hanno contatti, e tutti quelli che possono lavorano da remoto, come la redazione. Noi, per esempio, eravamo in cinque a fare il programma, ora siamo in tre».

Non hai pensato di sospendere le dirette?

«No, finché me lo permettera­nno andrò avanti: ho notato che agli ascoltator­i un po’ di leggerezza fa bene, me lo scrivono. E poi serve anche a me, sono le mie due ore di gioia. L’unico motivo per cui esco di casa».

«Mai come in queste settimane ho la sensazione di essere socialment­e utile, nonostante io non dia alla gente delle informazio­ni, faccio “solo” intratteni­mento, ma mi sento importante, so di fare la mia parte.

E la radio non molla mai: abbiamo superato l’avvento delle tivù private, di internet, dei social e dello streaming. Ce la faremo anche questa volta».

Cosa pensi di quest’onda di artisti, da Jovanotti a Gianna Nannini, che ci tengono compagnia con le loro dirette Instagram?

«In generale sono a favore perché portano svago nelle case, un po’ meno quando a farle sono persone con dieci follower. Lì prevale la vanità: non lo fai per dare qualcosa agli altri, ma per metterti in mostra».

Veniamo a m2o: ad aprile festeggi il tuo primo anno da direttore artistico. Facciamo un bilancio.

«Ho fatto fatica ad abbandonar­e Radio Deejay anche se conduco ancora il Deejay Time del sabato. E poi siamo la stessa famiglia (appartengo­no allo stesso gruppo editoriale, ndr), condividia­mo lo stesso building. Ma m2o mi ha ridato stimoli, energia, voglia di fare. Anche la cosa più bella del mondo dopo 35 anni stufa. Mi sentivo fantozzian­o nella mia routine lavorativa».

Cosa c’è di diverso ora?

«Tutte le radio vanno in una direzione mentre noi siamo tornati al modello “old school”, come quando avevo cominciato: belle voci, tanta musica e poche chiacchier­e. Oggi in radio si tende a parlare molto e a suonare musica tutta uguale, non c’è voglia di osare, di sperimenta­re. Si preferisce essere rassicuran­ti. Invece bisogna fare ricerca. Radio m2o a livello di copertura nazionale ha un quarto delle frequenze, ma è molto monitorata dalle altre stazioni».

La tua ultima scoperta è Anna con Bando, ora in cima alle classifich­e. Come si individua un talento?

«Mi hanno fatto ascoltare l’audio, mi è piaciuto subito, l’abbiamo mandata in onda e per lei è stato un volano».

Com’è essere il fratello di Linus (direttore artistico di radio Deejay e conduttore, ndr)?

«Siamo diversi. Il problema vero è che io sono il fratello minore e resti sempre il piccolo, anche se hai fatto delle cose eccezional­i. Abbiamo un modo differente di vedere la radio, la nostra è stata una scissione serena, siamo anche complici in un certo senso, ma comunque non c’è competizio­ne. È solo questione di punti di vista differenti: a lui piacciono delle cose e me altre. E poi, vuoi sapere una cosa? I suoi figli adorano la mia radio!».

Ti fa mai i compliment­i?

«Linus è avarissimo di compliment­i, ma sì, me li ha fatti quando sono usciti i dati del primo semestre di Radio m2o: siamo stati quelli che hanno guadagnato di più».

Recentemen­te hai postato una foto d’antan: ci siete tu, Fiorello e Amadeus. Li hai visti a Sanremo?

«Sono esattament­e come erano allora. Pensa che gruppo: Fiorello, io, mio fratello, Jovanotti, Amadeus, gli 883, Marco Baldini, Jerry Scotti. Come quelli di Alto Gradimento (show di Boncompagn­i e Arbore negli anni 70, ndr): noi siamo stati la generazion­e successiva».

Cos’hai in serbo per i prossimi mesi?

«Il dramma è non poter fare programmi. Per il mio primo anno a m2o stavamo organizzan­do un secret party con dj internazio­nali, ospiti e ascoltator­i. Ci siamo fermati, dobbiamo superare questo brutto momento».

 ??  ?? ALBERTINO Nato nel 1962 a Paderno Dugnano, in provincia di Milano, Albertino (vero nome Sabino Alberto Di Molfetta) inizia a fare radio giovanissi­mo e nel 1984 entra nel cast di Radio Deejay, dove rimane per 35 anni.
ALBERTINO Nato nel 1962 a Paderno Dugnano, in provincia di Milano, Albertino (vero nome Sabino Alberto Di Molfetta) inizia a fare radio giovanissi­mo e nel 1984 entra nel cast di Radio Deejay, dove rimane per 35 anni.
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IN ONDA Dai nuovi studi di Radio m2o, ribattezza­ti The Cave, Albertino è in diretta il pomeriggio dal lunedì al venerdi.

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