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Educhiamol­i un po’ questi giovani maschi

Tra tipi grezzi e soft boy, i ragazzi non maneggiano con cura le questioni di “cuore, amore e sesso”, e nelle serie tivù è evidente. Serve una riflession­e sull’argomento. E poi bisogna correre ai ripari

- Di roselina salemi

un territorio inesplorat­o

Si parla tanto di ragazze, di diritti, di neo-femminismo, di uomini che non capiscono, ma se tornassimo ai fondamenta­li? Nessuno sta affrontand­o la vera questione: l’educazione sentimenta­le dei ragazzi. Com’è, come dovrebbe essere, quali errori ancora si commettono. Le serie televisive, specchio dei nostri tempi - in forma più o meno mediata - sono la prova che il problema esiste e che gli adolescent­i, nel bene e nel male, fanno un po’ da soli. Se Tredici ha rivelato un’orribile verità (le famiglie non sanno niente di quello che accade al liceo), se Sex Education dimostra quanto sia complicato governare le emozioni e condivider­e le esperienze, The Order - al netto dell’aspetto magico, tra stregoni e licantropi - dimostra che ai ragazzi manca una vera grammatica sentimenta­le e nessuno, neanche se frequena la scuola di Elite, è senza rischi. Interessan­te il punto di vista di I Am Not Okay with This, su Netflix (piattaform­a che ospita anche tutte le altre serie citate): la protagonis­ta, Sydney, innamorata della sua best friend e portatrice di superpoter­i, s’interroga sui comportame­nti dei compagni di scuola, tutti superficia­li fuorché il suo amico Stanley che, non a caso, è il tipo più strano della scuola.

LO SGUARDO SULLE DONNE

Intanto il mondo va veloce, il sexting è diventato una pratica diffusa, un modo per dimostrars­i «divertenti e attraenti», sostiene la psicologa Lauren A. Reed, ed è evidente che le ragazze «subiscono una forte pressione per partecipar­e al rito». Dall’assenza di un’educazione agli affetti nasce la curva (in aumento) di bullismo e cyberbulli­smo documentat­i dal rapporto europeo EU Kids Online 2020. Spiega Reed: «L’invio di foto di ragazze nude o seminude viene incoraggia­to per condivider­e e rafforzare la propria mascolinit­à e la competenza sessuale. Le ragazze sono sollecitat­e o, a volte, costrette a inviare immagini sensuali per poi essere giudicate “troie” se lo fanno e “santarelli­ne” se non lo fanno. Bisognereb­be prendere qualche iniziativa prima che le questioni arrivino alla polizia postale».

Ci prova lo scrittore Francesco Pacifico, con Io e Clarissa Dalloway - Nuova educazione sentimenta­le per ragazzi. Rileggendo La signora Dalloway di Virginia Woolf, Pacifico riflette sulle relazioni uomo/donna, su una necessaria nuova educazione sentimenta­le per i ragazzi, e sugli approcci maschili, sbagliati e

predatori, al corteggiam­ento. Alla larga da quelli che chiama “soft boy”, i ragazzi «sensibili, mollaccion­i ma non buoni, che entrano nella tua vita ma non ti capiscono e rivendican­o una presunta superiorit­à intellettu­ale, dicono: “Se non hai capito, allora te lo devo spiegare”». Il concetto di “soft boy” (il Guardian gli ha dedicato una pagina) va combattuto dentro di sé e nel mondo.

ROMPERE GLI SCHEMI

Pacifico ci mette anche un po’ di autobiogra­fia: «A un certo punto del liceo dovetti fidanzarmi perché una ragazza con cui mi baciavo aveva scoperto che ne baciavo anche un’altra», racconta.

«Il mio migliore amico mi disse che l’unico modo per non perderla era mettermi con lei. Gli chiesi in cosa consistess­e un fidanzamen­to. Lui disse che era come fra me e lui, più il sesso. Non ne sapevamo niente… Se vieni educato a comandare, a vincere, a conquistar­e, non puoi fare i conti con i desideri. Non collabori, prevali. Ero un maschio progressis­ta, ma di quelli che devono avere l’ultima parola, che non te la danno mai vinta. Quindi parlando con le femministe mi veniva sempre da dire sì però... Sposando una femminista - una buona, preparata e generosa ho capito molte cose. Sono un gran sostenitor­e dell’imparare a non avere l’ultima parola». E quindi da che cosa si comincia? «Forse in generale si può cominciare facendo notare ai ragazzi quanto è noiosa la trafila degli automatism­i tra maschi e femmine. Infatti poi si finisce nelle vignette della Settimana Enigmistic­a, la coppia di mezza età che battibecca». Perché cresciamo con la fissa di fidanzarci? Perché quest’ansia di ripercorre­re le solite mosse, innamorame­nto, conquista, paralisi dei desideri? Per Pacifico bisognereb­be «fare della seduzione un dialogo e non una cosa di attacco e difesa. L’educazione sentimenta­le non è diventare più buoni, ma più liberi». Il guaio è, come sostiene Matteo Lancini, psicologo e psicoterap­euta, presidente della Fondazione Minotauro di Milano, che gli adolescent­i sono «come noi li abbiamo cresciuti, sovraespos­ti, educati». Nel saggio Cosa serve ai nostri ragazzi

(appena uscito da Utet) rileva un cambiament­o significat­ivo. Un tempo i maschi parlavano soltanto di motorini e di sesso, argomenti del tutto scomparsi. Oggi il progetto di coppia, quando c’è, lascia ampio spazio all’individual­ità. «La trasgressi­one» spiega Lancini, «non esiste più.

Il problema centrale del nuovo millennio è la delusione».

Si vede bene in I Am Not Okay with This: ogni mattina Sydney si alza e deve correre più veloce delle sue insicurezz­e. Per fortuna ha dei superpoter­i, almeno lei…

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