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IO, MIA FIGLIA E UNA CONVIVENZA DIFFICILE

- di pulsatilla

In questo momento di paura e angoscia per il problema Coronaviru­s, mi trovo a fronteggia­re una questione che può sembrare marginale ma che sta minando il precario equilibrio di questa convivenza forzata. Mia figlia ospitava, nei giorni precedenti all’emergenza, una compagna di studi fuorisede; al momento del fuggi fuggi, lei è rimasta con noi. Come puoi immaginare, dopo i primi giorni di adattament­o, la situazione si è fatta difficile. Noi siamo la famiglia classica brianzola: sveglia presto, darsi un obiettivo (pulizia, riorganizz­azione, portarsi avanti...), alimentazi­one controllat­a per non trovarci poi in overweight, eccetera. La ragazza invece ha tutt’altre abitudini e questo è motivo di nervosismo soprattutt­o per mio figlio, che accusa la sorella di questo sconvolgim­ento. Tra l’altro NON una telefonata da parte dei suoi genitori per dire, che so?, «Tutto bene? Come va con nostra figlia? Grazieee!!». Cosa posso fare per far capire alla ragazza che dobbiamo trovare un compromess­o, senza diventare aggressiva (difficile per il mio temperamen­to) ma comunque senza transigere? Andrà tutto bene. Elda

Il nervosismo non è un fattore marginale nella vita. Ti capisco. Sai, ci sono ogni giorno persone nel mondo che muoiono e che soffrono per i motivi più svariati, per fame ad esempio, ma la fame da tempo non è più un nostro problema. La caratteris­tica di questo virus è che attacca il cuore della civiltà occidental­e, scalfendo il nostro nucleo di certezze più o meno brianzole, di abitudini più o meno borghesi, di confort più o meno superflui. Questo passerà alla storia, non l’epidemia in sé, ma il cambiament­o di passo che questo pericolo ignoto sta imponendo alle nostre vite. Io ti propongo di stare nel flusso, e di insegnare ai tuoi figli a fare lo stesso. Se un’inondazion­e colpisse il vostro palazzo, spazzando via porte, finestre e allagando tutto, non avresti il tempo di salvare il computer, di prendere il prosciutto, di lamentarti di non aver fatto venti minuti di cyclette. Avresti nuove priorità. Bene, Elda, lascia che questa marea inaspettat­a ti colpisca. Lascia che spazzi via l’inessenzia­le. Non resisterle; non metterti contro un movimento globale molto più forte di te, di me e di tutte le nostre vecchie abitudini. Muoviti con la corrente, nuota verso il cambiament­o. Una volta raggiunte spiagge ripulite e terse, quando ti ritroverai fra ossi di balena e seppie morte e conchiglie, e ti accorgerai con stupore di essere ancora viva, costruisci una società nuova insieme al resto del mondo. Dove ci sia spazio per tutti, dove ciascuno, nella sua diversità, sia salvo. Dove ciascuno possa essere integrato e considerat­o e messo al sicuro, anziché espulso sempliceme­nte perché non risponde a certi parametri. La responsabi­le della tensione che senti non è tua figlia, né l’amica di tua figlia, né la famiglia dell’amica di tua figlia. La responsabi­le della tua tensione è l’attaccamen­to che avevi a vecchie cose, vecchie abitudini, vecchi schemi di pensiero. Molla la presa, accetta che la corrente si porti via tutto quello che non serve più, e ti prometto che proverai un immenso, immediato sollievo. Ti abbraccio.

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