Alessandro Michele In lotta per la bellezza... pure dei boschi
Alessandro Michele, stilista di Gucci, è impegnato in due battaglie ecologiste in Umbria. C’entrano con la moda? Sì, e con la sua visione del mondo. Che ha un piede nelle tradizioni e uno nel futuro
che tipo nimby
Il New York Times l’ha definito un “cavaliere medievale” per un paio di battaglie ecologiste che sta combattendo sulle colline tra Lazio e Umbria. La versione maschile di Greta Thunberg? No. È lo stilista celebrato dai giornali internazionali come uno dei più visionari del momento: Alessandro Michele, 47 anni, romano, era sconosciuto al grande pubblico fino a quando, nel 2015, è diventato direttore creativo di Gucci. Basta guardarlo per intuirne l’originalità. La sua immagine tra diavolo e acqua santa ricorda il rocker Jared Leto, di cui è grande amico (e di cui pare il fratello maggiore), ma anche sacrilegio? - un contemporaneo Gesù, stessi capelli lunghi e aria serafica. Cresciuto nelle periferie romane, ha saputo rinnovare il brand fiorentino nato nel 1921 con uno spirito che va oltre la moda. Lui che ha iniziato 25 anni fa disegnando accessori e ha avuto «la fortuna di poter sempre seguire più la pancia che il marketing», lui che pensava e pensa sempre di poter essere licenziato a breve, è l’uomo che ha traghettato un marchio storico ma anche un po’ paludato fuori dalla crisi, proiettandolo nel futuro e scavalcando l’era di Armani, Versace o Valentino. Come? Mescolando classico e pop. Unendo sfilate maschili e femminili in un solo evento senza distinzioni di genere. E ancora: ha veicolato messaggi antisessisti e antirazzisti. Ha tradotto in abiti l’umore dei nostri tempi, quello che i giornali internazionali chiamano “zeitgeist”. E nel mood degli ultimi anni rientrano anche le proteste cosiddette “nimby” – acronimo di “not in my back yard” – cioè di comunità locali contrarie alle opere che potrebbero avere effetti
negativi sulla loro area. Come quella di Castel Giorgio, in provincia di Terni, dove ha una proprietà che considera il suo rifugio dal mondo.
MISSIONE SALVA-PAESAGGIO
Insieme ad altri vicini e paladini della natura, Michele vorrebbe fermare non solo la costruzione di un impianto geotermico che ha avuto il via libera dal governo, ma anche le colture intensive di noccioli volute dalla Ferrero: «La nostra è una resistenza per combattere i draghi: la bellezza non deve scendere a compromessi».
Il mostro da sconfiggere, anche a colpi di iniziative legali, è anzitutto l’impianto che prevede la creazione di cinque pozzi per la produzione di energia da immettere nella rete nazionale. Compagni di lotta: l’americano John Nossiter, regista di Mondovino ed esperto di colture organiche, che nella vicina fattoria battezzata La Lupa produce verdure bio a chilometro zero, e Fausto Carotenuto, che ha un centro dedicato al wellness, l’Accademia di Studi Spirituali. Ad additare con lui i noccioleti che minacciano la biodiversità sono le sorelle Rohrwacher, Alice (regista) e Alba (attrice), figlie di un apicultore, cresciute in Umbria.
CAMPAGNE & PERIFERIE
Il coraggio di Alessandro Michele sta anche nel promuovere i giovani creativi dello spettacolo. «Vestire Achille Lauro a Sanremo è stato come mettere una bomba nel teatro Ariston» ha dichiarato. Ed erano firmati Gucci anche i fratelli D’Innocenzo, registi vincitori di un Orso d’argento a Berlino per la sceneggiatura di Favolacce, venuti dalla periferia come lui. Alternativi e originali di un mondo non-mainstream, uniti dalla bandiera Gucci. D’altronde anche sulla moda maschile presentata lo scorso gennaio, lo stilista ha idee molto chiare: «Vorrei rendere evidente la tossicità dell’essere uomo in modo stereotipato. Questa sfilata è un inno al sesso maschile capace di tante cose, anche di revisionare ciò che gli è stato insegnato. Tornare indietro, a un modo diverso di essere uomini».