Yoga superstar
Il 21 giugno un mega evento 3.0 celebra questa pratica millenaria, che ha spopolato in quarantena. E ora ci aiuta a guardare al futuro
quelle abitudini che ci fanno bene
Università di Yale, corso di “Psychology and the Good Life”. L’obiettivo della docente Laurie Santos è allettante: spiegare ai suoi studenti come ottenere la felicità nella vita quotidiana. Laurie non ha dubbi. Non dipende da eventi straordinari. Per ottenerla bastano semplici consuetudini che aiutano a ridurre l’ansia. Per esempio, per lei, scienziata che ha studiato a fondo il legame tra cervello e comportamento, la felicità può derivare da una buona sessione di yoga. In realtà Laurie Santos, con il pubblico encomio, non ha fatto altro che rendere ufficiale quello che sempre più persone sanno. Non è un caso se già sei anni fa le Nazioni Unite decisero di dedicare a questa disciplina una Giornata Internazionale, che viene celebrata in tutto il mondo il 21 giugno. L’Italia si unirà ai festeggiamenti con un raduno promosso da YogaFestival, autorevole network di eventi yoga in Europa.
NUOVO FORMAT IN LINEA CON I TEMPI
Quest’anno la Giornata Internazionale dello yoga è molto speciale: per la prima volta, a causa delle disposizioni antipandemia, non ci saranno lezioni aperte a tutti, ma un mega evento online che prevede quattro ore di diretta, 18 incontri, 3 conduttori, 16 ospiti italiani e internazionali (trovi i dettagli nel box alla pagina successiva). Avvincente il fil rouge, che è “Riflessioni sullo yoga: come lo yoga ci aiuterà a immaginare il futuro”. Per una disciplina le cui origini si perdono nella notte dei tempi, è un tema ambizioso ma più che mai attuale, anche perché ricorre in questo momento storico così complesso, che comporta un profondo ripensamento delle nostre vite. Anche in termini di attività fisica, benessere e ricerca dell’equilibrio. Non a caso, durante la quarantena lo yoga si è aggiudicato lo scettro di sport preferito in cinque Paesi europei presi in esame da Urban Sports Club, la app leader per l’accesso a oltre ottomila centri fitness.
In base ai dati di #homesportsclub, il programma di lezioni in streaming lanciato lo scorso marzo per consentire di allenarsi durante l’emergenza, a far guadagnare alla disciplina il primato sono stati gli italiani (da noi, fanno yoga oltre 2,5 milioni di persone) insieme a francesi, tedeschi, spagnoli e portoghesi. Gli Usa non rientrano nella classifica, ma non avrebbero sfigurato, visto che Oltreoceano lo yoga appassiona 35,2 milioni di adulti (e 4,9 milioni di bambini e ragazzi). Che cos’è che rende lo yoga così gettonato? Proviamo a rispondere, dicendo innanzitutto quello che non è.
UN PERCORSO FISICO E SPIRITUALE
Non è una pratica solo per le donne né solo per vegani, anche se questa scelta si sposa bene con la filosofia yogica. Non è uno sport da pigri (mai provato l’ashtanga? Beh, è decisamente impegnativo), non è riservato a buddisti o induisti, anzi è a-religioso. Ora passiamo a quello che è. Il nome dice molto, se non tutto. È un termine sanscrito e vuol dire “congiungere, unire”. Siamo fatti di corpo, ma anche di mente e persino di spirito. Questi piani devono dialogare tra loro per vivere in armonia. E una volta che l’armonia con noi stessi è raggiunta, occorre trovarla con gli altri. Ora, senza scomodare i massimi sistemi, possiamo dire che lo yoga, mentre giova alla respirazione e alla postura, ti rende consapevole di te e di quello che c’è intorno a te. Da questo punto di vista, a prescindere dal 21 giugno, lo yoga celebra l’individuo, di qualsiasi genere, classe sociale e colore. Ah, dimenticavamo: lo yoga è a-politico. Va bene per i progressisti come per i conservatori, a patto di sapere che siamo tutti una parte di mondo. Mai come durante il lockdown ce ne siamo rese conto.