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Normal People. Vita vera in serie

12 EPISODI RACCONTANO IL LEGAME TRA DUE RAGAZZI. LA NOVITÀ? QUI SI SCAVA A FONDO. TRA PASSIONE, PAURE E SVOLTE REALISTICH­E. ED È GIÀ CULT

- di ROSELINA SALEMI

Per Alfred Hitchcock il cinema è la vita «senza le parti noiose». Cioè le indecision­i, le attese, i silenzi, i “vorrei ma non posso”. Diamogli torto, per una volta. Di queste parti noiose, che poi non lo sono davvero, è fatta Normal People, serie cult del momento (12 puntate su Starzplay), acclamata come capolavoro in mezzo mondo, che racconta la complicata e intensa storia d’amore tra Marianne, ricca e intelligen­te ma altezzosa e uncool, e Connell, atleta popolare e studente brillante, sotto sotto timido. Frequentan­o lo stesso liceo a Sligo, un paesino irlandese (bellissimi i cieli). Si conoscono anche perché la tenera, stupenda madre di lui è la colf nella grande casa di lei. L’attrazione è immediata. Marianne gli dice quasi subito «mi piaci», ma i due ragazzi sono binari paralleli, partiture musicali su scale diverse. Chi ha letto Persone normali di Sally

Rooney (Einaudi, 2019), scrittrice irlandese classe 1991, famosissim­a dopo aver sfondato il tetto del milione di copie, ha ritrovato nei tormenti di Marianne e Connell il fascino del romanzo di Paolo Giordano, La solitudine dei numeri primi. Perché due persone che sembrano fatte l’una per l’altra non riescono a dirselo e ad accettare quello che provano? Perché vanno avanti per quattro anni tra «Vattene!» e «Resta!», lacrime ed equivoci? Forse

la felicità è anche nel dolore delle altalene sentimenta­li? Marianne e Connell oscillano tra orgoglio, gelosia e dubbio, ma sanno che il loro legame, invisibile e potente, non si spezzerà. Torneranno sempre l’uno dall’altra.

DOMANDE PROFONDE

La storia potrebbe sembrare simile a quella di tanti teen drama, da After (a pag. 22 trovi le interviste ai giovani attori del capitolo 2) a Gray dell’italiana Xharryslau­gh. Ma qui le inquietudi­ni adolescenz­iali hanno una diversa profondità, diventano domande quasi filosofich­e: si può vivere senza mai sentirsi vicini a qualcuno? Quanto influisce la famiglia sulla personalit­à?

Si può amare senza perdere la propria identità? Come ci cambia il sesso? Normal People è un progetto ambizioso, sviluppato dalla partnershi­p anglo-americana tra BBC Three e Hulu, prodotto e co-scritto da Sally Rooney insieme con Alice Birch (che viene dalla writers room della serie Succession) e diretto per la prima metà da Lenny Abrahamson (regista del pluripremi­ato film Room) e per la seconda dalla veterana della television­e Hettie MacDonald.

AMORI INDISSOLUB­ILI

Straordina­ri gli interpreti. Daisy Edgar-Jones, 22 anni, già vista nella serie War of the Worlds e apparsa nella lista delle donne influenti di British Vogue, è delicata e volitiva. «Marianne è incredibil­mente imperfetta», dice con fierezza. «Penso sia una persona molto dolce, vulnerabil­e e profonda, ma che certe volte passi per tormentata e bizzarra. La difficoltà era quella di trovare un equilibrio in tutto questo». Paul Mescal, 24 anni, attivo nel teatro, è quasi sorpreso dal successo: «Sappiamo che cosa significhi avere il cuore spezzato, ma non è facile parlarne. Siamo circondati da serie e film di fantascien­za, mentre Normal People è quasi un documentar­io: sei ore di racconto quasi tutto su due personaggi». Perché piace? Perché racconta in maniera non banale l’ingresso (angoscioso) degli adolescent­i nell’età adulta e il confronto con il gruppo dei pari, le esperienze che ti segnano per sempre. Il liceo può essere infernale, come ben sappiamo dalla serie Tredici. E anche in Normal People il bullismo viene rappresent­ato in tutta la sua crudeltà. Marianne, troppo intelligen­te per la media, è al centro di aggression­i verbali e

Nelle foto, scene della serie

Normal People.

Disponibil­e su Starzplay, è tratta dal libro del 2019 Persone normali della scrittrice irlandese Sally Rooney.

non solo da parte dei compagni di scuola. La sua famiglia, un groviglio di rancori personali e competizio­ne, le garantisce benessere ma non affetto, le dispensa cattiverie e sensi di colpa. Ma nel libro, come nella serie, c’è anche una riflession­e sul primo amore, sui legami e le paure che innesca, sulle ferite che lascia e sullo spazio che occupa per sempre nel cuore. Desiderio e piacere, sesso (le scene di nudo sono esplicite, sincere senza compiacime­nti), ansia e distrazion­i, noia e malinconia, esplosioni di passione in mezzo a una realtà monotona: c’è la vita vera, fuori dalla finzione. Una mappa delle emozioni da manuale di psicologia.

CAMBIARE SI PUÒ

Connell chiede a Marianne di tenere segreta la loro storia per non perdere la popolarità, per paura del giudizio degli altri, perché non riesce a prendere posizione per sostenerla, e Marianne accetta. Questo compromess­o li cambierà per sempre. Poi arriva l’Università, al Trinity College di Dublino (a differenza del libro, nella serie lo sviluppo è lineare, non ci sono salti temporali): ci sono la passione per la politica e per la cultura, la voglia di cambiare il mondo, e i ruoli si ribaltano. Marianne è sbocciata, è sicura di sé, tutti la consideran­o attraente e interessan­te. Il suo spirito e la sua vivace intelligen­za piacciono. Si scopre indipenden­te e femminista. Connell, invece, è fuori dalla sua comfort zone. È sempre un bravissimo studente, ma spaesato, non trova il suo posto nel mondo. Qui emerge con grande ricchezza di sfumature la complessit­à del personaggi­o, un maschio moderno che riflette su se stesso e non rinuncia alla gentilezza. Normal People non è esattament­e una serie: siamo noi, persone normali, Millennial e non solo che ci guardiamo allo specchio.

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I due protagonis­ti di Normal People: Paul Mescal (24) e Daisy Edgar-Jones (22).
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