Lino Guanciale
L’allieva fa centro ma io resto un timido
CARLA TENENTI psicoterapeuta e tu stesso volevi iscriverti a Medicina, dopo il liceo. Strane coincidenze...
«Già, la famiglia Guanciale ha dato molto al settore sanitario! Scherzi a parte, mio padre è sempre stato un modello per me: è uno di quei medici che tengono molto al rapporto umano. Anch’io ho avuto voglia di tentare quella strada ma, dopo aver passato il test d’ingresso, ho deciso di rinunciare a Medicina per seguire la mia passione più grande».
«Vero, fino a vent’anni ero un atleta interessante della nazionale giovanile e, anni dopo, quando frequentavo l’Accademia nazionale d’arte drammatica, ho visto diventare professionisti alcuni miei compagni».
«Difficile dirlo, perché per molto tempo non mi sono neppure confessato questa aspirazione. A 5 o 6 anni i miei mi portarono a vedere La voce della luna di Fellini e da allora sono sempre stato affascinato dalle storie raccontate per immagini. Al liceo animavo i cineforum e pensavo che per me sarebbe stata una passione da amatore. Solo a 19 anni ho messo piede sul palcoscenico e per la prima volta, interpretando altri personaggi, ho sentito una connessione immediata col pubblico e gli altri interpreti, ho provato un senso profondo di libertà sentendo cadere ogni maschera. È questo che mi ha fatto decidere di vincere la paura».
Che tipo di paure? C’era anche una dose di timidezza?
«Temevo fosse un mondo difficile. Ed ero anche timido, eccome. Oggi va meglio da quel punto di vista, mi sono liberato della timidezza. Ma resto una persona profondamente discreta».