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Quando l’abito è cosa bella e giusta

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Passerà alla storia la 77esima Mostra di Venezia: primo grande evento post-lockdown, ci ha permesso di rifare, finalmente, una scorpaccia­ta di cinema. Ma non solo: ha stanato le star, srotolando ai loro piedi un bel tappeto rosso. Pochi party, meno celeb, ma una dose generosa di buona moda. Utile per curare la nostra fashion addiction frustrata, ma anche per cercare di aggiungere un altro tassello a quel misterioso puzzle che sarà, da oggi in avanti, la nostra normalità. Si sono visti abiti pazzeschi, ma è come se frivolezza e bisogno di apparire avessero abbassato il volume di qualche decibel, forse per aiutarci a sentire in modo più nitido i messaggi elaborati dall’universo fashion durante la clausura forzata. Fil rouge, la voglia di “fare meglio”, tra altruismo e sostenibil­ità. Ed eccole lì, le fantastich­e mise “riciclate” della Blanchett. Primo della lista, l’abito di Esteban Cortazar

che ha catturato

delle Nazioni Unite per la parità di genere e l’empowermen­t femminile, e Facing History, che combatte razzismo e pregiudizi. Tra i capolavori regalati, l’abito Gucci Resort che ha fatto brillare Gia Coppola. Stupendo ma troppo accollato? Dal 23, su chic-relief.com, possiamo provare a portarci a casa lo spaziale Etro visto addosso alla top Taylor Hill o il principesc­o Alberta Ferretti dell’attrice Lotte Verbeek. E per chi si volesse “accontenta­re” di un accessorio, la scelta non manca. Pomellato mette all’asta un anello della Iconica Collection (la stessa che firma il collier di Cate Blanchett, qui a destra), mentre Tilda Swinton dona la maschera commission­ata per l’occasione a James Merry. «O si è un’opera d’arte o la si indossa» diceva Oscar Wilde (sì, l’ho trovato su google cercando “aforismi”). Beh, Tilda Swinton con questo look era l’eccezione alla regola.

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