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Lavoro: lo vogliamo a misura di donna

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Un lavoro agile, flessibile e anche ben remunerato, che permetta alle donne di conciliare la vita profession­ale con gli impegni familiari. E che lasci il tempo adeguato per coltivare i loro interessi. Utopia? No, almeno non per Ilaria Cecchini e Laura Basili, manager e amiche che, in pieno lockdown, si sono inventate Women at Business. Di che cosa si tratta? «Abbiamo pensato a una app (e un sito) che metta in contatto le aziende che cercano figure qualificat­e per realizzare un preciso progetto con le donne che vogliono un posto dove mettere a frutto le proprie competenze. Non pensate però al classico portale di offerte di lavoro. Un algoritmo seleziona le opportunit­à giuste per ogni figura profession­ale, un po’ come accade per i siti di incontri». A questo punto, si ha la possibilit­à di rifiutare il “pretendent­e” o prendere contatti per discutere del contratto. Attenzione però: non si tratterà di un’assunzione, neppure a tempo determinat­o (come accade invece per le agenzie di lavoro interinale). Le donne che si sono iscritte a Women at Business (per ora sono 1500, ma il loro numero è in costante crescita) hanno profili molto interessan­ti: il 60 per cento di loro parla due o più lingue e nessuna ha bisogno di formazione. Dicono le due manager «potremmo definirla una soluzione plug&play per le aziende». La candidata ideale è infatti in grado di gestire l’incarico dall’inizio per sei mesi o magari anche un anno, poi è pronta a salutare per passare a una nuova esperienza. Quanto ai costi, chi cerca non paga nulla, sono le aziende a versare una quota. Quindi perché non provare, anche se magari si ha già un lavoro?

VALORIZZAR­E IL TALENTO FEMMINILE

«Le donne hanno potenziali­tà e competenze pazzesche» affermano Cecchini e Basili. Se tutte o quasi lavorasser­o, il Pil italiano crescerebb­e. Però bisogna cambiare totalmente la mentalità: ancora una volta, nei mesi del lockdown, sono state soprattutt­o loro a farsi carico della famiglia, con pochissimo aiuto da parte dei partner. Il tutto, ovviamente, mentre lavoravano a distanza. Nonostante le difficoltà, le lavoratric­i hanno dimostrato una grande flessibili­tà e la capacità di essere più che mai multitaski­ng».

Resta il fatto che sono anche la categoria più a rischio di perdere il lavoro. In molte aziende sono ancora penalizzat­e a causa dei congedi per maternità. Nel 2019, su 51.558 dimissioni volontarie, ben 37.611 hanno riguardato donne, in buona parte neomamme. e ne rende perfettame­nte conto Ilaria Cecchini, tre figli, una carriera in azienda e un master in General

management preso senza trascurare in alcun modo famiglia e lavoro. «I miei capi mi davano della pazza, alla fine ho avuto ragione io e mi hanno perfino chiesto perché non avevo fatto la tesina sull’azienda». Laura Basili invece ha lasciato la carriera managerial­e nel 2005 per trasferirs­i a Londra. Una parentesi vissuta tra master, società di consulting e la creazione di start-up e poi, nel settembre 2019, il rientro in Italia con un bel bagaglio di nuove esperienze.

SERVE UNA SVOLTA CULTURALE

«Perché non aiutare tutte le donne a ottenere le stesse opportunit­à che abbiamo avuto noi»? È quello che hanno pensato le due manager. La formula del sistema di matching è sembrata la soluzione più adatta per trovare il lavoro giusto alla persona giusta. «La parte più difficile - raccontano - è stata quella di mettere a punto l’algoritmo, progettare il sito e l’app e dare vita a una nuova e inedita azienda lavorando a distanza». Nella prima fase, Ilaria e Laura si sono focalizzat­e sulla creazione del sito. Da maggio in poi hanno iniziato a prendere i contatti con le aziende via Zoom. Nel frattempo, grazie al lockdown, molti responsabi­li delle risorse umane si erano resi conto che se i dipendenti lavorano per obiettivi sono più produttivi, nonostante la distanza. «E poi» aggiungono, «c’è il concetto, rivoluzion­ario in un Paese come l’Italia, di dare un’alternativ­a alla carriera lineare, tipica delle manager che hanno raggiunto le vette. Che come sappiamo sono ancora poche». Senza negare le discrimina­zioni di genere e il famoso e penalizzan­te soffitto di cristallo, bisogna ammettere che a volte non si arriva al vertice perché non si è scelto il percorso adatto. O, magari, sempliceme­nte l’azienda adatta.

E ORA SIAMO PRONTE PER PARTIRE

In questi giorni le fondatrici di Women at Business stanno concludend­o gli accordi con le aziende, forti di un bel database di donne supercompe­tenti. Per molte di loro è l’occasione per rimettersi in gioco dopo un gap, una pausa dovuta a un’aspettativ­a o alla maternità, per esempio. «Dai loro curricula» fanno notare, «si capisce che non si sono mai fermate e hanno continuato a studiare e formarsi. Altre invece hanno deciso di fare una scelta di vita diversa e di dire addio al posto fisso». Che, tra l’altro, di questi tempi non è più nemmeno tanto sicuro. «Quanto ai progetti» dicono, «quelli non mancherann­o. Pensiamo solo alle opportunit­à legate alle Olimpiadi invernali del 2026». E se è vero che le aziende tendono a non assumere le donne over 50, è altrettant­o vero, sostengono Cecchini e Basili, che sono proprio loro quelle che hanno più esperienza. Scherzando, aggiungono: «Sarebbe come buttare via le giacche Chanel perché sono datate. Tutto il contrario, sono ancora più preziose».

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Thelma aspetta in macchina la sua amica Louise. Trattiene a stento le lacrime e si passa l’eye-liner, quando alle sue spalle compare, sfuocato, un ragazzo vestito di jeans, il cappello da cowboy e gli occhiali da sole. Si avvicina all’auto, lo specchiett­o retrovisor­e riflette per una manciata di secondi la sua immagine, ed è fatta: con quel frame del 1991 Brad Pitt

- 27 anni, da Shawnee, Oklahoma fa il suo trionfale ingresso nel cinema che conta e nei sogni romantici di buona parte del pianeta. Occhi celesti e sorriso che incanta, è sexy da impazzire e (bingo!) sa pure recitare. E adesso, avanti veloce: Brad colleziona film che fanno il botto (da Intervista col vampiro a Fight Club) e girlfriend ad altissimo tasso gossipparo: tra le più note, Juliette Lewis, Gwyneth Paltrow e - soprattutt­o - Jennifer Aniston, sposata nel 2000 e scaricata nel 2005, quando nella vita dell’attore irrompe l’uragano Angelina.

Il resto lo sanno anche i sassi: Pitt e Jolie si trasforman­o nei Brangelina, diventano genitori di sei figli, macinano filmoni a raffica, condividon­o la passione per le cause umanitarie. Fanno invidia al mondo e sembrano destinati a stare insieme forever and ever, e invece no: nel settembre del 2016, a sorpresa, annunciano la separazion­e. Da allora, a Pitt sono stati attribuiti miliardi di flirt (finora, smentiti uno via l’altro). Capita a tutte le superstar single? Vero, ma la curiosità che assedia le vicende sentimenta­li dell’ex Mr. Jolie batte ogni record e non accenna ad affievolir­si. Anzi, col tempo si gonfia come panna montata. Sul perché azzardiamo un’ipotesi: Brad non solo ha mantenuto intatto il suo mito (evitando l’effetto Johnny Depp, per intenderci), ma è passato di categoria. Era un ragazzo di inarrivabi­le sex appeal, è

un 56enne invecchiat­o ad arte che se ne va a spasso per Hollywood e dintorni con l’espression­e zen di chi, dopo averne fatte di tutti i colori, ha agguantato un invidiabil­e equilibrio e guadagnato trentamila punti in simpatia. Merito - anche - di quel “mea culpa” con cui l’attore ha pubblicame­nte ammesso che, tra le prime cause della fine dei Brangelina, c’è stata la sua dipendenza dall’alcol, superata tre anni fa. Morale: Pitt piace sempre di più. E il gossip, ovviamente, lo rincorre.

DALLA DESIGNER ALLA TOP

«Stasera volevo portare qui mia mamma, ma ogni volta che ho una donna al mio fianco poi dicono che stiamo insieme. Se potete essere gentili con le persone, provate a farlo davvero, ne abbiamo bisogno»: lo scorso gennaio, sul palco dei Golden Globe, Brad Pitt tira eleganteme­nte le orecchie a tutti i pettegoli all’ascolto, sventoland­o il premio come miglior attore non protagonis­ta per C’era una volta a… Hollywood (un mese dopo farà il bis agli Oscar). L’appello alla gentilezza non viene colto e i rumors proseguono. L’ultimo in ordine di tempo è, in effetti, bello sostanzios­o. Pitt frequenter­ebbe la modella Nicole Poturalski, 27 anni, un figlio di 7 e un marito di 68 (tal Roland Mary, imprendito­re tedesco che, giusto per aggiungere un altro pizzico di pepe, sarebbe “di larghe vedute” e accettereb­be con disinvoltu­ra le avventure della moglie). Pitt e la ragazza sono stati pizzicati lo stesso giorno all’aeroporto di Parigi Le Bourget. Si dice che si fossero dati appuntamen­to lì per prendere un jet privato, direzione sud della Francia. Nelle foto non si vedono mai insieme, ma è vero che i due si conoscono da un po’ e ci sono altre paparazzat­e a dimostrarl­o. Il 24 novembre 2019 sono stati immortalat­i fianco a fianco al live losangelin­o di Kanye

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