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Perché tutti parlano di

TORMENTONI Intervista allo stralunato rapper che spopola con

- Di Barbara Mosconi

Se vi state chiedendo perché i vostri figli continuano a cantare a squarciago­la «Andiamo a comandare» le risposte sono due: o avete un problema di autorevole­zza genitorial­e o, molto più probabilme­nte, i vostri ragazzi stanno intonando il brano di Fabio Rovazzi.

Interpella­to sulla questione, l’idolo dei teenager ci tiene a spiegare: «Essere diventato famoso tra i bambini mi rende molto contento, ma io non mi prendo seriamente come cantante». Anche se poi si scopre che il suo pezzo ha ottenuto un Disco d’oro grazie allo «streaming» (l’ascolto via Internet), che Marco Mengoni gli ha fatto i compliment­i e che l’attore Fabio De Luigi gli ha scritto, citando un verso della canzone, che nella sua famiglia sono tutti «in ciabatte a comandare».

Ma chi è Fabio Rovazzi? Come recita la sua biografia, nasce nel quartiere di Lambrate a Milano il 18 gennaio 1994. Fa le scuole elementari, le medie, il li- ceo artistico («Mi piaceva molto disegnare»), finché al quarto anno decide di abbandonar­e la scuola: «Quando ti piace una cosa e la studi, dopo un po’ finisci per odiarla» racconta.

Ed ecco che cosa gli succede negli anni a seguire: Rovazzi, che già filmava per diletto, si mette a fare video a tempo pieno. «Ho cominciato con quelli delle vacanze della famiglia, usavo la telecamera di papà. Poi ho realizzato video per la scuola. E infine sono passato alle discoteche». Mentre gira clip per i locali della notte («Mi davano 70 euro a lavoro, per iniziare non era male e a me piaceva pure») s’appassiona alla musica elettronic­a.

Fa tutto da solo, da autodidatt­a. Il computer per lui non ha segreti. Sotto casa c’è un negozio di informatic­a dove impara a montare e smontare computer e quindi anche... a montare e smontare i suoi video.

Rovazzi è quel che si dice un «nerd» (vale a dire un superesper­to di tecnologia poco socievole e poco «affascinan­te») ma in realtà Fabio sui social network è un grande intratteni­tore («A me piace il mondo nerd, anche se non mi definirei un “nerdone”»). Da un video all’altro, s’inventa dei mini-filmati comici nei quali racconta (recitando) il mondo dei giovani, delle discoteche, delle ragazze e li posta sul suo profilo Facebook. Con un grande successo di clic. A un certo punto Fabio si chiede: perché non unire tutte queste passioni, i video, la musica e la recitazion­e? Così scrive una canzone in stile rap. Butta giù le cose che lo fanno ridere («Fare comicità sensata è molto più facile che farla insensata»), ci attacca un balletto buffo («Lo facevamo già tra amici, così, per fare i deficienti»), ovviamente dirige il video e mette tutto su Internet. Con lo zampino di Fedez e J-Ax («Siamo un bel trio, ci sono altri progetti insieme ma non

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