Il freezer del genio
gli alberi circostanti, questa si trasformava in ghiaccio e durava per molti mesi, garantendo una migliore conservazione dei cibi e un piacevole refrigerio d’estate. Non solo. I contemporanei di Giulio Cesare avevano scoperto che il ghiaccio, ben grattato ed unito alla frutta, dava vita a un gustoso dessert. Al tempo dei papi a Roma la neve raccolta d’inverno sui castelli romani era compattata e custodita a Rocca Priora. I convogli trainati da cavalli che portavano ai nobili e all’alto clero durante l’estate questo prezioso carico di fresco avevano la precedenza su tutto. Tanto che perfino il traffico si fermava per agevolarne la corsa».
«Il passaggio dalle ghiacciaie al frigorifero è avvenuto in tempi ben più recenti. Era la seconda metà del 1800 quando un americano, John Gorrie, brevettò la macchina frigorifera: si basava sull’utilizzo dell’ammoniaca e si sviluppò a scopi commerciali su navi e treni per il trasporto delle merci deperibili. Dal 1926 al 1933 Albert Einstein e il suo ex studente Leo Szilard collaborarono per migliorare la tecnologia di refrigerazione domestica dopo aver letto sui giornali della morte di una famiglia berlinese uccisa dalla rottura di una giuntura del loro frigorifero che aveva diffuso fumi tossici. Nessun loro brevetto, però, venne commercializzato. Fu invece l’introduzione di un nuovo refrigerante non tossico e molto più economico, il freon, nel 1930, a cambiare il destino del frigorifero, che da allora grazie al prezzo più accessibile cominciò a diffondersi su larga scala».