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DOVE ERAVAMO, CHE COSA VEDREMO

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L’ultimapunt­ata di «Un medico in famiglia 9» si era chiusa con la famiglia Martini riunita per il matrimonio di Lorenzo (Flavio Parenti) e Sara (Valentina Corti). La decima stagione si aprirà con un’altra grande riunione di famiglia, perché Lele (Giulio Scarpati) rientrerà da Parigi e poco dopo lo seguirà la moglie Bianca (Francesca Cavallin) con il loro figliolett­o. A casa Martini troverà conforto anche Maddalena (Cristiana Vaccaro), la figlia di un caro amico pugliese abbandonat­a dal marito la prima notte di nozze. Quello di Maddalena non sarà, però, l’unico volto nuovo. Daremo infatti il benvenuto ad alcuni personaggi, che vedete nelle foto a destra, che movimenter­anno non poco la vita a Poggio Fiorito. Il tema portante dei nuovi episodi sarà quello della paternità. Nonno Libero (Lino Banfi) sarà affettuosa­mente partecipe dei problemi del figlio Lele e dei propri nipoti. Lorenzo dovrà affrontare le turbolenze adolescenz­iali del figlio Tommy (Riccardo Alemanni) e Oscar (Paolo Sassanelli) dovrà fare da padre alla figlia Agnese (Mihaela Dorlan). In qualche modo sarà paterno anche il rapporto che Lele, Oscar e Lorenzo instaurera­nno con due giovani medici specializz­andi: Celeste (Anna Favella), ambiziosa e a volte un po’ saccente, ed Edoardo (Michele Cesari), disordinat­o e scanzonato.

ma quanti figli ha Lele?

«L’unico modo per fermare la corsa della famiglia Martini è dare a Lele del bromuro!».

«Al momento sono sei. La verità è che lui è più giovane di me, ma penso sia arrivato il momento di fermarsi per dedicarsi ai nipoti. Però è bello poter raccontare il rapporto tra un padre e i suoi figli di diverse età. Il pubblico ci si può immedesima­re, il tema dell’educazione è di interesse generale».

Voi due vi siete conosciuti sul set della prima stagione di «Un medico in famiglia». Era il 1997. Qual è stato il primo pensiero l’uno dell’altro?

«Questo viene dal cinema impegnato, mi sa che il mio genere non gli piace, mi sono detto. Ma ho avuto spesso delle belle sorprese da parte di chi pensava che fossi solo un attore di commedie leggere. Infatti, è bastata la prima scena ed è scattata la sintonia».

«Venivo dal cinema indipenden­te ed ero incuriosit­o da Lino. Mi sono bastate le sue prime battute per capire quanto fosse bravo e cancellare qualsiasi preconcett­o».

Ma avete qualcosa in comune?

«Un guaio: amiamo le nostre famiglie più del nostro lavoro e di noi stessi. Ma siamo felici così».

«Il successo può darti alla testa, avere qualcuno che ti fa restare quello che sei è importante. Poi entrambi lavoriamo con grande passione e siamo dei “rompischet­ole”, come dice Libero. In questo mestiere ci vogliono tanto studio e dedizione».

Cosa vi hanno dato i personaggi di Libero e di Lele?

«Molti attori non amano restare

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