Della fiction
50 anni di carriera televisiva
rio, mai mi sarei aspettato di diventare il protagonista. Ma il regista Edmo Fenoglio vide qualcosa in me».
Poi venne «Sandokan», dove però era cattivo...
« No, rifiuto questa etichetta. Il mio colonnello Fitzgerald era due volte avversario di Sandokan, perché inglese e perché innamorato di Marianna, ma a suo modo era onesto».
Ha fatto anche « Il tormento e l’estasi » con Charlton Heston, vari spaghetti-western, show televisivi come «W le donne» e pure un Festival di Sanremo nel 1983 (Vasco Rossi portava «Vita spericolata»). C’è un filo conduttore?
«Uno solo: la voglia di riempire la mia valigia d’attore di tante esperienze diverse, secondo la “scuola americana”, allora un po’ snobbata e oggi dominante. Però non dimentichi il teatro, accidenti». Ci mancherebbe... «Sono nato come attore di cinema e poi la tv mi ha “rapito”, ma il teatro non l’ho mai lasciato. In 50 anni, avrò saltato due stagioni. E da ottobre sarò al Vascello di Roma con “Il funambolo” di Genet».
Lei è figlio d’arte, suo papà è il grande Claudio Gora. E ha un figlio, Luchino, attore anche lui. Era destino?
«Non credo, è che il palcoscenico è una droga. Io l’ho scoperto in famiglia, e lo stesso è stato per lui. Mi fa felice».
A 20 anni era già una star. Cosa l’ha fatta andare avanti tutto questo tempo?
«Mio padre mi ammoniva a non farmi ingannare dal successo: oggi c’è, domani no... Ma il vero punto è che non si è mai davvero “arrivati”. Vedo giovani colleghi che combinano qualcosina e subito si sentono così. Ma non sono “arrivati”. Sono fermi. È molto peggio. E io non intendo fermarmi». Affiancato da Giordana conduce per due stagioni il game show dove le concorrenti affrontavano varie prove per essere incoronate «Donna più».