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Ho cambiato la mia vita

ALVARO SOLER Dopo aver dominato le classifich­e estive con Sofia ha

- Ndr) (Design industrial­e,

Abbiamo toccato con mano la popolarità di Alvaro Soler. Il cantante spagnolo, neo-giudice di «X Factor», è venuto in redazione per cantare i suoi successi «El mismo sol» e «Sofia». La voce si è sparsa in fretta. In mensa, al bar, nei corridoi del palazzo Mondadori non si parlava d’altro da giorni. Al suo arrivo, i nostri uffici sono stati presi d’assalto. Alvaro non si è scomposto. «Ci penso io» ha detto alla sua agente. E con poche parole, in un italiano impeccabil­e, è riuscito a contenere l’entusiasmo della folla per permettere a tutti

di ascoltarlo.

Tre anni sembrano pochi, ma possono cambiare una vita. Prendete Soler: nel 2013 era in gara nell’edizione spagnola di «Tú sí que vales» con la sua band, gli Urban Lights (vedi a pag. 19), oggi è il giudice di «X Factor» in Italia. Quando gli dico di aver visto sul web il video della sua esibizione a Telecinco si mette a ridere, con un filo di imbarazzo.

Alvaro, che effetto fa passare «dall’altra parte» in un talent?

«Aver fatto il concorrent­e è utile, so cosa si prova dietro le quinte, so che si aspettano tante ore e poi hai solo due minuti per farti notare. Fu una bella esperienza per il mio gruppo, ma nessuno voleva scritturar­ci. Forse eravamo troppo “americani” per la Spagna». Così ti sei messo «in proprio». «Nel 2014 mi sono trasferito a Berlino. Per me era un passo fondamenta­le andare a vivere da solo, allontanar­mi dalla famiglia». I tuoi genitori come l’hanno presa? «Mi ero già laureato in una materia che adoravo

quindi loro erano tranquilli. Ma una volta finiti gli studi ho detto: mi prendo due anni per fare musica, dedicandom­i soltanto a quello».

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