TV Sorrisi e Canzoni

Perché è come la paella

Il talent di Canale 5: «Uno show fantastico, dentro c’è un po’ di tutto...»

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«Bellissimo! Cucinare, che pure è un lavoro artistico, non mi lascia tempo per svagarmi e vedere cosa succede intorno. Qui, però, competo con me stesso e con quelli che mi diranno: “Era meglio se stavi in cucina!”».

Ecco, non era meglio fare il giudice di un talent di cucina?

«Potrei dire che ho l’esperienza per farlo, anche se in questo tipo di lavoro non finisci mai di imparare. Ma non mi piacciono i reality o i talent che ci sono oggi in tv. Il mio scopo è gratificar­e le persone, non dire un “sì” o un “no” troncando un sogno o un talento». La sua definizion­e di «talento». «Il talento è quando qualcuno si dedica in ogni momento della giornata a qualcosa, si dà un obiettivo e cerca di raggiunger­lo accrescend­o le proprie capacità».

Dei concorrent­i di «Tú sí que vales» che cosa apprezza?

I FANTASTICI 4 A lato, la nuova giuria di «Tú sí que vales»: da sinistra,

«Sono molto attratto da chi fa evoluzioni: ora, da vicino, le vedo bene. Mi affascinan­o anche quelli che non ti fanno staccare gli occhi di dosso, per esempio chi fa i monologhi o chi fa cose incredibil­i solo con le mani o la faccia».

Il suo talento è sempre stato lo stesso?

«Beh, a quattro anni e mezzo ho detto alla mia tata: “Tata, sono più delicati gli scampi dei gamberi. Fai quelli”».

Un trucco in cucina che può esser utile ai concorrent­i di «Tú sí que vales»?

«Fare tutto con amore. Scegliere la materia prima di un piatto è come capire il talento su cui puntare, cucinare è come allenarsi». Che ricetta le ispira «Tú sí que vales»? «Una coloratiss­ima paella alla valenciana, un padellone nel quale c’è carne, pesce, verdura. Come questo programma, che racchiude ogni genere e sfumatura di talento».

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