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Abbrescia, il mio

SQUADRA ANTIMAFIA 8 Nella serie di Canale 5 Il pubblico ama i suoi personaggi ma spesso non

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Sei bravissimo e mi hai fatto tanto ridere in “Cado dalle nubi”. Mi dispiace, non ricordo il tuo nome...». «Ti ho visto in television­e. Possiamo fare una foto per mia figlia? È pazza di te... ma come ti chiami?». «Ma tu sei Sciuto di “Squadra antimafia”... scusa, mi ricordi il tuo nome?». Dino Abbrescia racconta ridendo gli incontri con le persone per la strada. In effetti lo riconoscon­o tutti: al bar i ragazzi al tavolino accanto al nostro non smettono di guardarlo. Ha fatto così tanti film e fiction che la sua faccia simpatica al primo fotogramma te la ricordi, ma il suo nome no. Ancora per poco, però...

Dino, poniamo rimedio: si presenti.

«Sono Dino Abbrescia, il mio vero nome è Bernardo, ma tutti mi hanno sempre chiamato Dino. Ho una sorella che ha un anno più di me bionda con gli occhi azzurri. Io invece sono quello scuro... ma simpatico». Dove è nato? «A Bari, ma sono cresciuto a Napoli fino ai 12 anni: mio padre era stato trasferito lì per lavoro. Faceva il poliziotto come mio nonno e i miei zii».

Era nel suo destino, consideran­do i tanti ruoli da poliziotto che lei ha interpreta­to.

«Il rammarico è che mio padre non abbia fatto in tempo a vedere la mia “carriera” in Polizia. Anche solo per fic- tion. Ne sarebbe stato fiero».

Ha mai pensato di indossare una vera divisa?

« Non faceva per me. Da bambino sognavo di fare il benzinaio perché mi è sempre piaciuto l’odore della benzina o l’edicolante, per aprire tutti i pacchetti di figurine dei calciatori». E l’attore? «A 12 anni sono tornato a Bari e lì dopo la maturità ho fatto mille lavori: rappresent­ante di vernici, venditore di forniture per dentisti... Ma avevo la passione per la tromba. Una sera suonavo in un locale e un produttore che stava allestendo uno spettacolo teatrale per ragazzi mi chiese se volevo lavorare con lui. All’inizio montavo e smontavo le scenografi­e SQUADRA ANTIMAFIA 8

CANALE 5 venerdì ore 21.10 e avevo due battute dalla platea: “Godot ha detto che viene domani” e “Non lo so, non l’ho mai visto”. Non salivo neanche sul palco!». Poi c’è salito. «E da allora non ne sono più sceso, alternando­lo alla tv e al cinema. Sul grande schermo debuttai con “LaCapaGira” in dialetto barese, e poi “Io non ho paura” di Salvatores, “Manuale d’amore”, “Cado dalle nubi”. E la tv, con “Il giudice Mastrangel­o” e tante altre serie poliziesch­e e non solo».

È in onda con «Squadra antimafia - Il ritorno del boss» e il suo ispettore Sciuto è un vero eroe.

« L’ispettore capo Vito Sciuto è uno dei pilastri della Duomo. Un poliziotto solido su cui i colleghi sanno di poter contare. All’inizio

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