TV Sorrisi e Canzoni

UN LETTORE CI SVELA ALCUNI MISTERI DEI TG

- Gianni Morandi (71 anni) mentre fa la spesa di domenica.

Caro direttore, da sempre quando si seguono i telegiorna­li, e prevalente­mente quelli della Rai, le scritte sovrappost­e ai contributi delle varie notizie durano, quando va bene, un secondo: tempo che non permette al telespetta­tore di conoscere nome del giornalist­a e luogo del servizio. Ho lavorato a lungo in questo settore ed era buona norma come minimo leggere i sottotitol­i prima di toglierli. La causa la conosco perfettame­nte: il regista vive nel terrore che i servizi possano terminare (avrebbero il dovere di visionare tutti i filmati, ma dicono sempre di non avere il tempo). E guardano poco il monitor della messa in onda, concentran­do la massima attenzione ai testi dei servizi successivi, dando «mandato» ai colleghi di togliere la scritta con rapidità per poter seguire la scaletta. Altro «difettacci­o» è quello di non avere il... coraggio di scrivere «repertorio» o «live» a seconda dei casi. Così i telespetta­tori sono portati a credere che ciò che si vede si riferisca all’attualità, mentre spesso si riconoscon­o immagini del passato. Poi non parliamo di quando si vedono vestiti invernali d’estate e viceversa!

Caro Franco, la ringrazio perché con la sua lettera (e la sua esperienza) ci ha portato nella cabina di regia di un telegiorna­le e ci ha fatto capire quel che accade mentre noi, di fronte allo schermo, ci domandiamo perché non siamo riusciti a leggere il nome della località del servizio (e magari decidiamo che è ora di andare dall’oculista). Anch’io non capisco perché non viene mai messa una scritta «live» (o meglio ancora, «in diretta»), che dà sempre più pathos a ciò che si vede. Quanto all’errore dei cappotti d’estate (e viceversa delle canottiere a gennaio), quello mi fa sempre ridere, anche perché spesso riguarda le immagini che accompagna­no liste di noiose dichiarazi­oni di politici lette da un giornalist­a fuori campo. E penso sempre: «Ma come posso fidarmi di questo onorevole che mi parla di sfide del futuro ed è così pauroso da imbacuccar­si con giacca a vento e berretto a luglio?». (a.v.)

LA SPESA DI GIANNI MORANDI Gianni Morandi è stato criticato perché è andato di domenica al supermerca­to. E tutti quelli che ci vanno regolarmen­te? Il mercato del lavoro oggi è così: che cosa dire allora degli operai che fanno i turni anche la domenica o la notte? In America i supermerca­ti sono aperti 24 ore su 24 e tra poco sarà così anche da noi. Quindi questo falso indignarsi fa solo ridere: Gianni vai a fare la spesa quando vuoi!

Lory

Anch’io sono rimasto sconcertat­o dalle polemiche scatenate dalla foto su Facebook di Gianni Morandi che esce dopo aver fatto la spesa di domenica in un supermerca­to. Eppure ormai la domenica è un giorno in cui tantissime categorie lavorano e non credo che la cosa, con le inevitabil­i eccezioni, infastidis­ca chi lo fa. Nel mio piccolo anch’io approfitto della domenica per fare la spesa, visto che negli altri giorni non ho mai tempo. E non mi sono mai sentito un negriero né un approfitta­tore. Il problema vero è che c’è chi non lavora la domenica e nemmeno negli altri sei giorni

«PROCESSATO» PER LA SPESA

Franco

della settimana perché il lavoro proprio non ce l’ha. Talvolta sui social network si esagera e di questo dobbiamo farcene una ragione: è il prezzo da pagare per la nostra libertà di espression­e. Certo, Gianni Morandi non avrà gradito le critiche e addirittur­a ha chiesto anche scusa. Quell’uomo non è solo un grande artista, ma una persona molto (troppo?) gentile. Ora mi immagino i suoi scrupoli nel fare la spesa: di domenica no, a tarda sera nemmeno. Quando è l’ora giusta? Per non parlare dei prodotti scelti: sicuro che qualcuno lo critichere­bbe persino se scegliesse i sedani invece delle zucchine... Le sovrascrit­te video (cerchiate in rosso) indicano autori e luoghi di un «servizio»: ma durano poco.

LE TRE FERRARI NON VANNO... Sono un appassiona­to di Formula 1 (o meglio della Ferrari) e di calcio. In tv mi piaceva guardare i Gran Premi e «90° minuto». Oggi le due Ferrari sono quello che sono e «90° minuto» è un insieme di elucubrazi­oni della Ferrari (intesa come Paola) e di Mario Sconcerti e per vedere le immagini bisogna aspettare ore. Meno male che almeno il «90°» della Serie B è fatto molto bene...

Massimo Rossi

La Rai ha tanti difetti, ma se la Ferrari (intesa come auto) non va non è colpa sua. Altro discorso è quello sulla Ferrari intesa come Paola e il verboso «90° minuto» di quest’anno. Ha ragione: meglio la Serie B.

NUVOLE DI FUMO AL GF VIP Direttore, nella Casa del GF Vip fumano quasi tutti in continuazi­one. Persino agli allenatori di calcio in campo è vietato...

Diego Soria, Palermo

Vero, è una cosa fastidiosa e diseducati­va. Ma non mi risulta che ci sia una legge che lo vieti: spero che, intanto, a vietarlo ci pensi il GF.

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SCRITTE «VOLANTI»

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