L’inno alla libertà di Carlo e Carla
Il grande regista Ettore Scola era molto attento alla scelta dei nomi dei suoi personaggi e al loro significato. Il film «La famiglia» del 1987 si apre, appunto, con la foto di gruppo per il battesimo del neonato di casa (da adulto interpretato da Vittorio Gassman). Il nonno lo tiene in braccio e così si rivolge al padre del bimbo: « dal germanico vuol dire uomo libero. Ricordaglielo quando sarà grande».
Borromeo, Carlo, Carlo Magno. Carolingia Il boom tra gli Anni 40 e 60
Oggi sono soprattutto i 50, 60 e 70enni a portare i nomi Carlo e Carla, nomi che hanno conosciuto le maggiori fortune tra il 1940 e il 1960. Nel XXI secolo Carlo non è più di moda, ma si mantiene come nome familiare (circa 800 bambini l’anno) per omaggiare nonni e parenti. Più raro è invece Carla, anche per la concorrenza diretta di Carlotta, Carola e Carolina.
A lato, lo chef
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Karl, Un nome per condottieri, santi e teste coronate
A voler approfondire, nel popolo dei Franchi Carlo si trasformò da nome comune a titolo dei maestri di palazzo dei re e poi in un nome proprio, a partire da Carlo Martello con i discendenti Carlomanno, Carlo il Calvo e il più famoso Tanto che la dinastia fu detta e il nome già nel Medioevo si diffuse in Europa tra gli esponenti di case regnanti. Più tardi, in Italia, appartenne ai Savoia in nomi composti: Carlo Alberto, Carlo Emanuele, Carlo Felice... E fu nome di santi, primo fra tutti
compatrono di Milano. Anche per questo il nome, frequente nel 900 in tutta Italia fino a nominare 330 mila uomini e 182 mila donne (Carla), è particolarmente frequente in Lombardia, poi in Piemonte, Liguria e Veneto, e meno diffuso al Sud.
san Carlo