Non è Cosa nostra
D’estate, la nuova fiction di Raiuno ispirata al suo omonimo film
Falcone e Paolo Borsellino. Lì abbiamo capito quali conseguenze ha avuto quella mentalità. Però una cosa devo confessarla: vedere la serie tutta intera mi ha fatto impressione». In che senso? «Mi sono reso conto che nel tentativo di avere una vita decente navigavamo in un mare mosso facendo finta che fosse calmo. Quello che mi piace, invece, è che il racconto non perde mai il gusto per la presa in giro».
Lo stesso gusto che c’è in «In guerra per amore», il suo secondo film, nelle sale in questi giorni, in cui parla del ruolo della mafia nello sbarco degli alleati in Sicilia nel 1943.
«È quello che so fare: penso che finché c’è il sorriso c’è la speranza».
Ora a cosa sta lavorando?
«Alle sei nuove puntate di “Il testimone”, che andranno in onda a gennaio su Tv8. Fra queste ci sarà una puntata su Roberto Bolle e una sul Buthan». Sul Buthan? «È un piccolo paese fra il Tibet e l’India dove, oltre al prodotto interno lordo, ci si preoccupa anche dell’indice di felicità che viene prodotto nella società. Mi sembrava un posto interessante da andare a visitare».
In una delle ultime puntate di «Il testimone» l’abbiamo vista negli Stati Uniti.
«Mai avrei pensato di avere uno shock come questo. E penso: gli americani sono passati da Bush a Obama. E ora da Obama a Trump. In fatto di colpi di scena non scherzano. È proprio vero: sono degli sceneggiatori imbattibili». LA MAFIA UCCIDE SOLO D’ESTATE
RAIUNO da lunedì 21 ore 21.25