Più che comico mi definisco brillante
Signor De Sica, cos’è per lei la comicità? «Qualcosa che si respira nell’aria, come la moda». È una dote innata o va coltivata? «Ci nasci. I comici più bravi riescono a farti ridere anche solo leggendo un’insegna. Alberto Sordi diceva: “Ma chi sssei? Ma ‘ndo vai?” e già ridevi». Lei quanto si ritiene comico? «Mi reputo più un brillante che un comico, come Johnny Dorelli o mio padre. Totò era un comico puro». Cosa le suscita la parola «Zelig»? «Una grande emozione, è il primo cabaret della mia vita. E che cabaret!». Di Michelle Hunziker cosa le piace? «L’entusiasmo e la positività. Oggi, in momenti così difficili, vedere una persona negativa ti butta giù». Tra i tanti comici di oggi chi la diverte di più?
«Io non rido quasi mai, sono difficile. Forse Checco Zalone. Ora molti giovani comici sono timorosi: “Questo non va detto”, “Questo non si può fare”, “La critica cosa dirà”... Checco invece se ne frega ed è politicamente scorretto». Chi è la persona più divertente della sua famiglia?
«Un mio zio, si chiamava Elmo, in famiglia avevamo nomi monarchici. Faceva il segretario di mio padre, suo fratello. Era molto più comico di lui».
La prima volta che ha scoperto la dote di far ridere?
«Facevo il varietà con Antonello Falqui. Cantavo e ballavo, le cose che so fare meglio. Solo che avevo un fisico borghese e sembravo un cavallo bastonato».
Cosa intende per «fisico borghese»?
«Che io tutt’al più posso fare un principe, un avvocato, un dentista. Anche Vittorio Gassman col suo fisico borghese per far ridere ha dovuto mettersi i turaccioli nel naso». Il set dove si è divertito di più? «“The Clan”, un film dove ero anche regista e che non ha fatto una lira d’incasso. C’era un’orchestra di 40 persone e pure le ballerine. La cosa più bella era dire: “Motore, azione!” e poi cantare e ballare. È il cinema come te lo immagini». Citi una sua battuta divertente. «Le dimentico o faccio finta di dimenticarle. A volte sono belle pesanti».