TV Sorrisi e Canzoni

Chef Barbieri, ma che

MASTERCHEF Il giudice del reality spiega perché è andato a «ricaricars­i»

- Di Paolo Fiorelli

Le prime puntate di «MasterChef» fanno strage d’ascolti e il giudice Bruno Barbieri dov’è? A 16.555 chilometri di distanza. Cioè a Sydney. Ma noi lo abbiamo scovato pure lì per chiedergli...

Chef Barbieri, ma cosa ci fa in Australia?

«Sono qua per rimettermi in forma. Registrare “MasterChef” un po’ ti inciccioni­sce e quindi ora ho bisogno di stare in un Paese dove la cultura fisica e le regole ferree la fanno da padrone».

Che cosa la colpisce di più dell’Australia?

«È un Paese così diverso e interessan­te... un posto di dimensioni gigantesch­e dove tutto si svolge nelle 5-6 città più importanti, il resto è natura allo stato puro. Ma soprattutt­o è un Paese che ha fame di crescere, pieno di giovani».

Cosa ha mangiato stamattina per colazione?

«Per prima cosa un tè, poi subito in piscina a fare 50 vasche (piano piano), poi una buona colazione di frutta con un frullato di verdura, sedano, spinacini, ananas, zenzero, mela verde, carote nere e miele. E yogurt abbondante, allungato con ghiaccio, zucchero d’acero e menta, poi montato al frullatore».

Ma è lì solo per vacanza o per caso farà una capatina a «MasterChef Australia»?

«Ah ah, loro sono talmente bravi che non hanno bisogno di me. Sono qua per vacanza ma anche per lavorare: prendo spunti per futuri bistrot, è il mio pallino, la nuova frontiera della gastronomi­a globale: più semplice, più giovane, più divertente, più azzardata». Meglio «MasterChef Australia» o «MasterChef Italia»?

«La versione australian­a è la prima che vidi e i piatti che preparavan­o, con influenze asiatiche, mi stupirono subito non solo dal lato gastronomi­co ma anche dal lato televisivo, bei colori, prodotti sconosciut­i e abbinament­i azzardati. Un mix vincente. Poi però è arrivato «MasterChef Italia» e addio, non ce n’è più per nessuno! Noi raccontiam­o la storia del cibo legata al territorio, all’artigianal­ità che vive dentro ognuno di noi, nelle nostre case e nei nostri piccoli produttori».

Mi hanno detto che lei è un giramondo. È vero? Perché le piace tanto viaggiare?

«Avevo fin da bambino due passioni: cucinare e viaggiare. Capii ben presto che queste due cose andavano di pari passo. Un cuoco deve essere un po’ giramondo, avere sempre la valigia pronta. Mi piace l’idea di scoprire cibi nuovi e abbinament­i complessi. Mi piace incontrare nuove culture ed emozionarm­i davanti a un prodotto che magari non ho mai mangiato, mi piace sentire l’emozione del mondo. Vorrei avere 20 anni oggi... Vale davvero la pena di viverle queste sensazioni!».

Il piatto locale più strano e interessan­te che ha mangiato?

«Un tortino di riso thai condito con un ragout di razza in un frullato di germogli di crescione con un estratto di formaggio di yogurt aromatizza­to alle erbe e zenzero candito. Rifarlo penso sia un po’ complesso ma se volete provare...».

Nella prima puntata di «MasterChef» alcuni concorrent­i hanno preparato ricette molto comuni. Si può giudicare un concorrent­e sulla base di… un giovedì

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