Da piccola i giochi me li costruiva papà
PAOLA PEREGO La conduttrice si racconta a Sorrisi e svela... Nel suo programma parla di storie di persone comuni: «Una realtà che conosco, perché la mia vita non è sempre stata così fortunata»
Paola Perego sposta il telefono, chiude il computer portatile e tira fuori il contenitore con insalata, salmone e due gallette di grano saraceno. È ora di pranzo e nel gruppo di lavoro di «Parliamone… Sabato» si mangia tutte insieme in una stanza presa in prestito alla redazione di «La vita in diretta» negli studi Rai di via Teulada, a Roma. Con Paola, attorno al tavolo, le collaboratrici del programma. Sono quasi tutte donne e dai contenitori non spunta un carboidrato manco a pagarlo. Ma tra verze, carote e pomodori, si riesce lo stesso a ridere, a scherzare e a chiacchierare di figli e di diete. Il pranzo termina in fretta e si passa al caffè: «Vieni, andiamo a berlo in camerino» mi dice Paola. Paola, è a dieta? «Sì. Per la prima volta in vita mia. Sono sempre stata fortunata con la mia costituzione, ma tra l’età e il fatto che un anno fa ho smesso di fumare ho preso cinque chili che sto provando a eliminare».
È di nuovo in onda su Raiuno con « Parliamone... Sabato » dopo la pausa per le festività.
«Sono felice di questo programma. Raccontiamo le storie delle persone comuni. Vicende belle, brutte, che fanno sorridere e che fanno riflettere. La vita di tutti i giorni insomma. Famiglie che sono in difficoltà e non arrivano alla fine del mese, madri che non riescono a far mangiare i loro figli. E poi ci occupiamo di femminicidio, è una vera emergenza sociale. Ma alla nostra segreteria telefonica arrivano messaggi di tutti i tipi: sono talmente tanti che dobbiamo cambiare il nastro due volte al giorno».
Lei in tv ha condotto reality, talk show, programmi sportivi, musicali, di informazione… Perché ora le piace così tanto parlare di gente comune?
«Sono cambiata, crescendo scegli diversamente le tue priorità. Ho compiuto 50 anni e ho bisogno di dare un senso alla mia vita e anche al lavoro. Ho bisogno che quello che faccio sia utile a qualcuno. È una presa di coscienza che arriva inevitabilmente con l’età. E poi non faccio niente di straordinario: semplicemente, ascolto».
Lei è una conduttrice televisiva, è sposata con Lucio Presta, noto agente delle star. La critica che le viene mossa più di frequente è: «Ma che ne sa lei dei problemi della gente comune?».
«È sempre facile giudicare. Sono cresciuta a Brugherio ( in Brianza, ndr), eravamo in quattro in una casa di 55 metri quadri. Io e mia sorella dividevamo un letto da una piazza e mezzo in camera con i nostri genitori. Crescendo non ci stavamo più: lei dormiva su un divano e io su un letto nascosto nel mobile che la sera aprivamo. Mio padre era falegname, mia mamma casalinga. Prima era operaia in fabbrica, ha smesso di lavorare quando siamo nate noi». Che ricordi ha della sua infanzia? «Bellissimi. I giochi ce li costruiva mio padre. D’estate le vacanze non ce le potevamo permettere, ma i primi 15 giorni di agosto ci si svegliava alle 5 di mattina, si preparava il pranzo, si caricava la 600 con tavolino e sedie da pic nic sul tettuccio, legati con gli elastici, e si partiva per il lago di Como. Passavamo la giornata lì e alle 6 di sera si ritornava a casa. Per il resto io e mia sorella giocavamo con le formine con la segatura nel laboratorio di papà. Se la bagni con l’acqua, ha la stessa consistenza della sabbia. E ancora oggi amo l’odore del legno tagliato. Le scarpe nuove erano rarissime: mia sorella ha 18 mesi più di me e mi passava le sue. Quanto ai vestiti, c’erano quelli che ci davano le nostre cugine con il papà impiegato, quindi più “ricco”. Ma sono stata una bambina felice e non mi vergogno a raccontare tutto questo».
Qual è l’insegnamento più importante che ha ricevuto dai suoi genitori?
PARLIAMONE… SABATO
RAIUNO sabato ore 16.45