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Sanremo/1 In auto con Carlo Conti per scoprire tutte le novità del Festival ..............................

Un’incredibil­e intervista «on the road» nell’auto che Trecento chilometri di anticipazi­oni, indiscrezi­oni e aneddoti sulla strada verso il nostro set fotografic­o con i cantanti Portava il conduttore a un appuntamen­to davvero speciale

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ASanremo la conferenza stampa di presentazi­one del Festival è appena terminata (nel box qui sotto trovate tutte le ultime novità). Carlo Conti guadagna l’uscita ma viene circondato da giornalist­i e telecamere e per mezz’ora risponde pazienteme­nte alle domande. «Sono preparato, eh? Le so tutte!» scherza. È ora di pranzo. Si passa nella sala del buffet. C’è di tutto, ma lui “pilucca” solo della focaccia, una fettina di roast beef e della frutta. Durata totale della sua pausa pranzo: 9 minuti.

C’è un’auto scura che l’aspetta fuori. Destinazio­ne Milano, per il tradiziona­le servizio fotografic­o di co-

pertina di Sorrisi. Salgo in macchina con lui, per questa curiosa intervista «on the road».

Un caffè insieme, Maria?

Per le tre ore e mezza delviaggio Carlo rimane bardato, con sciarpa e cappotto abbottonat­o: «Sono notoriamen­te freddoloso» ride. «Anzi, si può alzare un po’ il riscaldame­nto per favore?». Il termometro interno dell’auto segna 22. «Con 22 gradi ci vuole il cappotto! D’estate, anche quando fuori ce ne sono 40, io sto bene senza l’aria condiziona­ta». Trovato un accordo sulla temperatur­a, iniziamo la chiacchier­ata. La notizia del giorno è la presenza di Maria De Filippi come co-conduttric­e sul palco dell’Ariston. «Ci ho pensato il 15 febbraio dello scorso anno. Il Festival era appena finito, stavo rientrando in macchina a Firenze e pensavo: l’anno prossimo che m’invento per uscire dallo schema abituale conduttore-valletta bionda-valletta mora? L’idea: una conduzione a due con Maria, che è il top della television­e. Poi a giugno ho chiamato Maria: “Ti vorrei parlare di una cosa. Prendiamo un caffè insieme?”. Non le ho anticipato nulla al telefono. Sono andato nel suo ufficio e le ho raccontato la mia idea. Lei non se l’aspettava, è rimasta zitta per qualche istante e poi ha chiesto: “Ma… io?”. Non mi ha risposto né sì, né no. Le ho detto: “Pensaci”. Io nel frattempo mi sono confrontat­o con i vertici Rai: non ci sono stati dubbi da parte di nessuno».

Ci ho pensato, mi butto

A settembre il secondo caffè insieme: «Lì c’è stato il sì definitivo. Mi ha detto: “Ci ho pensato: perché no? Mi butto…”». Ed è nata l’inedita coppia di conduttori. «Io mi sono occupato della parte organizzat­iva, della direzione artistica, lei entra in scena in questa fase, quella della conduzione del Festival». Uno stile di conduzione agli opposti, il loro: «Io pronuncio mille parole in sei secondi, lei ne pronuncia sette. Se dovessi raccontare una storia di “C’è posta per te” mi basterebbe un minuto… Giocheremo su questo contrasto, che è molto divertente». Ma qualcosa in comune c’è: «Il modo di concepire il nostro mestiere, fare un passo indietro per rendere protagonis­ti i nostri ospiti. E come me Maria è riservata, essenziale, pensa poco alle polemiche, agli scoop, ma molto alla sostanza del lavoro: ecco perché ci siamo sempre stimati a vicenda.

Mi riempie di gioia sapere che lei ha accettato questo invito proprio perché è arrivato da me».

Il gelato e il farfallino

Non manca qualche questione «tecnica»: «Lei di solito usa il “gelato”, il microfono che si tiene in mano. Io il farfallino, che si appunta sulla giacca e lascia le mani libere. Su questo dovremo trovare un accordo. Ma la cosa su cui ragionare sul serio è: dove metterà le caramelle? ( ride ndr). Durante i suoi programmi Maria le nasconde sotto la pinza della cartellina. Le ho detto: magari le metto in tasca io e quando ne vuoi una te la passo...».

Dal cellulare di Carlo arrivano i «dling» dei messaggi ricevuti, ma lui non fa una piega e continua a parlare.

L’auto sfreccia dalle parti di Ovada, in Piemonte. Se non ci fossi io con il registrato­re in mano ho l’impres-

sione che Carlo si farebbe volentieri un bel sonno… «In effetti io dormo ovunque. In treno, in macchina. Potrei pisolare pure su uno scoglio». Ok. Presa dal senso di colpa, propongo: «Pausa caffè?».

I trenini dell’autogrill

Ci fermiamo in autogrill. Mentre zucchera il suo caffè con un cucchiaino di fruttosio, Carlo butta un occhio sui giocattoli per il suo bimbo Matteo. Si ferma al reparto macchinine da collezione e trenini. «Piacciono più a me che a mio figlio» confessa ridendo. Si riparte. Controlla velocement­e i messaggi, fa una telefonata e poi riprende a parlare del suo terzo Festival. Una canzone che dedichereb­be a Maria? «Le farò cantare “Maria” da Ricky Martin» dice senza esitare.

Quando spengo il registrato­re si chiacchier­a del più e del meno, del successo dello show teatrale con Pieraccion­i e Panariello: 16 «tutto esaurito» solo a Firenze, un record. «Un po’ di musica?» propone. E sul telefonino cerca la playlist preferita: i Pink Floyd.

Siamo vicini alla meta. «Uno dei momenti che amo di più è proprio il servizio fotografic­o per la copertina di Sorrisi: è la prima volta che vedo tutti insieme i cantanti che ho scelto. È un appuntamen­to a cui tengo molto». E a questo appuntamen­to siamo appena arrivati. Carlo esce dall’auto: «Sono impaziente di abbracciar­li uno per uno». Quel che è successo poi potete vederlo nelle foto esclusive qui accanto e nelle prossime pagine.

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(36) TIZIANO FERRO MIKA (33)
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