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LA CURIOSITÀ

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i ha messo 11 anni, ma finalmente Ermal Meta si è guadagnato il suo posto tra i Big. Nel 2006 era tra i Giovani con gli Ameba 4, nel 2010 nella categoria Nuova generazion­e con la band La Fame di Camilla. Infine, lo scorso anno da solo, tra le Nuove proposte, con il brano «Odio le favole». Non vinse, ma lasciò il segno. Tanto da convincere Carlo Conti a promuovere il cantautore nei Campioni. Dopotutto, Meta in questi anni si è distinto come uno dei migliori autori in Italia e ha firmato tanti successi di artisti come Mengoni, Renga, Emma e Francesca Michielin. Gli esordi, però, non si dimentican­o: «Negli Ameba 4 non cantavo, suonavo la chitarra» racconta. «Sul palco dell’Ariston mi si avvicinò il regista Paolo Beldì e mi disse: “Che bella chitarra, è uguale alla mia!”. Era una Fender Telecaster. Io ero emozionato e gli chiesi di non riprenderm­i le mani per paura di sbagliare. E lui puntualmen­te... lo fece, in diretta. Me ne accorsi subito e mi salì un’ansia tremenda!». La canzone di quest’anno è «Vietato morire», che su un arrangiame­nto pop racconta una storia tragica dalle radici autobiogra­fiche: Ermal aveva già narrato la sua infanzia difficile in «Lettera a mio padre». «Vorrei che il brano diventasse uno stimolo per chi vive ogni giorno queste situazioni, una spinta a parlarne, per liberarsen­e» spiega. «La mia missione è dire a tutti loro: “Non siete soli”». Il pezzo dà anche il titolo al nuovo cd che uscirà il 10 febbraio e conterrà anche «Umano», l’album precedente: «Volevo sottolinea­re questa continuità e permettere a chi mi scopre adesso di sentire ciò che ho fatto finora». Alla vigilia Ermal è sereno ma guardingo: «Quel palco è pieno di trappole!». In passato, Ermal ha scritto brani per molti Campioni di quest’anno. Portano la sua firma «Straordina­rio» di Chiara, «Qualunque vita è straordina­ria» di Giusy Ferreri, «Big boy» di Sergio Sylvestre, «Parlerò d’amore» di Alice Paba e «Una strada infinita» di Elodie.

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