Il saggio di Jaipur
Sono stato spesso in India e di quel Paese ho ricordi meravigliosi: cieli coloratissimi, montagne immense, ingorghi biblici nelle strade, palazzi da favola. E gente magnifica che medita sempre, anche nelle condizioni più misere. In pratica, un miliardo e passa di filosofi. Ovunque fossi, se attaccavo discorso per capire qualcosa del Paese finivo sempre per dialogare sui Grandi Temi Della Vita, un argomento di cui sono totalmente ignorante, figuriamoci poi di fronte a un filosofo. Una volta, a Jaipur, un saggio (o almeno a me pareva tale) mi disse che la prima cosa da fare per raggiungere la serenità era mettersi comodo, chiudere gli occhi e non pensare a nulla. Così non avrei sentito le malignità attorno a me. Perciò mi sdraiai, chiusi gli occhi e constatai (dopo) che l’esperimento era riuscito perfettamente: infatti mi ero addormentato all’istante (ma d’altra parte con me funziona sempre, anche oggi, anche non in India, mi basta niente e mi addormento). L’altra sera guardavo «L’isola dei famosi» (ne parla Solange Savagnone a pag. 22) e mentre mi accingevo al mio amato «esperimento» ho visto Raz Degan seduto in una posa rilassata, lo sguardo nel nulla. Attorno a lui alcuni «famosi» lo insultavano, ma lui niente. Appena torna dall’Honduras gli chiedo se per caso anche lui ha incontrato un tizio, a Jaipur, che… av@mondadori.it