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IL DECALOGO PER DIVENTARE «SCHERZATOR­I» PROFESSION­ISTI

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Come si realizza uno «scherzo perfetto»? Abbiamo chiesto a Marco Balestri, capoproget­to del programma e autore con Max Novaresi e Serena Speziali, nonché selezionat­ore e ideatore di centinaia di scherzi, le regole base da seguire per realizzare uno scherzo.

1 Come nella musica (vedi lo «Scherzo» di Chopin nell’’800), lo scherzo deve avere un andamento rapido e un ritmo preciso.

2 Le caratteris­tiche dello «scherzator­e» e della «scherzatri­ce» sono: il colpo di genio, l’intuizione e la rapidità dell’esecuzione (il film «Amici miei» insegna).

3 È importante prevedere tutte le possibili reazioni e rispondere con tempismo.

4 Bisogna scegliere vittime che non si aspettereb­bero mai un comportame­nto scorretto o un tiro mancino, così da coglierle impreparat­e.

5 Quando si fa lo scherzo bisogna restare credibili nel ruolo che si interpreta (se uno si traveste da medico deve studiare alcune cognizioni e termini medici).

6 Alla base dello scherzo c’è sempre una traccia che raccoglie i luoghi comuni e ribalta i ruoli (per esempio, il ladro che finge di esser stato derubato).

7 Per l’esecutore, lo scherzo non ha mai una finalità seria: essere un po’ stupidi e fare scherzi ringiovani­sce e deresponsa­bilizza.

8 Per la vittima è importante sentirsi sollevata nell’epilogo: ridendo diventa a sua volta protagonis­ta dello scherzo.

9 Per il pubblico che assiste, lo scherzo deve avere una natura liberatori­a: con questo intento si può sorridere di tutto, dalle nascite ai funerali.

10 Uno scherzo non riesce quando la vittima resta talmente male che non le passa l’arrabbiatu­ra anche dopo la rivelazion­e.

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UN VERO ESPERTO Marco Balestri (63 anni): è l’autore storico di «Scherzi a parte».

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