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Conduce subito dopo il Tg1 i «Soliti ignoti - Il ritorno»......................

AMADEUS conduce Soliti ignoti - Il ritorno subito dopo il Tg1

- di Stefania Zizzari

La prima volta che sono entrato qui non c’era niente. Era così grande che con un cameraman abbiamo giocato a tennis». Amadeus racconta la prima impression­e che gli ha fatto il Teatro delle Vittorie di Roma. Le sue parole si distinguon­o appena, coperte dal rumore della sega elettrica e dei martelli. Una squadra di tecnici è al lavoro. Lo salutano tutti. «Vengo ogni giorno a gustarmi la scenografi­a che prende corpo» dice. «Per uno come me, che è cresciuto con la television­e in bianco e nero, questo è un tempio sacro». Quel che al momento si scorge della scenografi­a ricorda le atmosfere dei tribunali americani. E in fondo «Soliti ignoti - Il ritorno», il programma che prende il posto di «Affari tuoi» e che Amadeus conduce da lunedì 20 marzo, tratta proprio di indagini. Il rumore è diventato assordante. Ci spostiamo nel camerino del conduttore al primo piano. È spoglio. C’è un buon profumo di legno, ricorda quello delle camere con i mobili nuovi. «In realtà di nuovo non c’è nulla. È meraviglio­samente vissuto. Se penso che è stato il camerino di Corrado e di Baudo ai tempi di “Milleluci”, “Canzonissi­ma” e“Fantastico”…». Lo personaliz­zerà? «Poco. C’è una radio perché mi piace la musica in sottofondo, ma non ci sono cose personali. Non porto le foto dei miei familiari: abitano a un chilometro da qui e li vedo tutti i giorni, sarebbe ridicolo». E nel frigobar cosa ci sarà? «Le bottigliet­te d’acqua. Naturale. Mi faccio tristezza da solo!» (ride).

AMADEUS

Sembra tutto tranne che triste. «È vero. Sono felice: è come trovarsi prima di una partita nello spogliatoi­o dove si è cambiato Maradona».

È il Teatro Delle Vittorie che le fa questo effetto?

«Sì. È uno studio diverso dagli altri, ha un valore speciale. Se fosse in America farebbero pagare un biglietto solo per entrare. Qui si è fatta la storia della tv». Ha una bella responsabi­lità. «E la sento. È la mia prima volta in questa fascia, la cosiddetta “access prime time”. Dopo il tg la famiglia è riunita a casa e, giorno dopo giorno, nasce un rapporto bellissimo con il pubblico». Com’è «Soliti ignoti - Il ritorno»? «Il gioco originale è andato in onda dal 2007 al 2012, ora lo riproponia­mo rinnovato. Il concorrent­e deve indovinare le profession­i o le abilità particolar­i di otto persone attraverso degli indizi. E in ogni puntata c’è una figura nascosta: il parente stretto di uno dei personaggi. In base alla somiglianz­a il concorrent­e deve indovinare di chi sia parente. Il quiz è fortissimo, coinvolge anche da casa: non bisogna essere degli esperti ma serve solo fiuto». Finora lo aveva condotto solo Fabrizio Frizzi, che ora è al timone di «L’eredità», programma che lei a sua volta ha condotto e addirittur­a «inventato» nel 2002…

«Era un format argentino che mi aveva mostrato Giorgio Gori (allora boss della casa di produzione tv Magnolia, ndr) e che avevo trovato fortissimo. L’ho condotto fino al 2006, quando l’ha preso Conti, e ancora oggi con Frizzi è un successo. Mi riempie di soddisfazi­one, anche perché sia con Carlo che con Fabrizio ho un bel rapporto di amicizia». I quiz quindi sono la sua passione. «Sì. Ma in tv ho cominciato con la musica, nel 1988 con “1, 2, 3 Jovanotti”. Dovevo dire solo “Amici di Italia 1, ecco a voi Jovanotti!”. Mi avevano dato una giacca di paillettes color panna. Almeno così credevo. Poi ho scoperto che era rosa shocking. Sapete, sono daltonico». Poi sono arrivati i giochi a quiz. «Nel 2000 mi affidarono “Quiz show”. Il format durava 40 minuti io dovevo arrivare a un’ora e 20. Presi spunto da un conduttore americano che allungava in modo esasperant­e i tempi per dare la risposta. Così nacque il tormentone: “La risposta te la dico dopo”. Al bar prendevo il caffè e mi dicevano “Il resto te lo do dopo”».

Nel suo programma bisogna indovinare i mestieri. Quali lavori ha fatto prima di diventare conduttore?

«Ho scaricato le cassette ai magazzini generali. Ho fatto il cameriere in una gelateria per comprarmi il motorino, un Malaguti 5 marce. È durato sei giorni. Per fare il fenomeno, ho impennato e centrato in pieno un’auto. Mi sono fratturato tutti e due i polsi e i miei hanno dato via quel che restava del motorino. Non sono più salito su una moto». Se non avesse fatto il conduttore? «Avrei fatto l’allenatore di calcio».

 ?? ©Riproduzio­ne riservata ?? UN QUIZ TIRA L’ALTRO Amadeus (54), vero nome Amedeo Umberto Sebastiani. Ai primi di giugno tornerà al timone di «Reazione a catena». SOLITI IGNOTI IL RITORNO
RAIUNO ore 20.30
©Riproduzio­ne riservata UN QUIZ TIRA L’ALTRO Amadeus (54), vero nome Amedeo Umberto Sebastiani. Ai primi di giugno tornerà al timone di «Reazione a catena». SOLITI IGNOTI IL RITORNO RAIUNO ore 20.30
 ??  ?? UN SUCCESSO... MONDIALE «Soliti ignoti» nasce dal format Usa «Identity». In Italia il quiz, condotto da Fabrizio Frizzi, è andato in onda dal 2007 al 2008 e dal 2010 al 2012. È stato esportato in altri 19 Paesi.
UN SUCCESSO... MONDIALE «Soliti ignoti» nasce dal format Usa «Identity». In Italia il quiz, condotto da Fabrizio Frizzi, è andato in onda dal 2007 al 2008 e dal 2010 al 2012. È stato esportato in altri 19 Paesi.

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