TV Sorrisi e Canzoni

Cari telespetta­tori, non vi lascerò mai più soli!

Da Music a Ciao Darwin, da Scherzi a parte a Il senso della vita, ora il conduttore si fa in sei (programmi)

- di Paolo Fiorelli - foto di Frezza/La Fata

S «ono il gladiatore della tv » sembra dire Paolo Bonolis, in posa per Sorrisi davanti al Colosseo. Ma forse sarebbe più adatto il paragone con Ercole e le sue fatiche. Quelle di Paolo? Eccole: nelle prossime due stagioni darà vita alle nuove edizioni di «Avanti un altro!», «Music», «Chi ha incastrato Peter Pan?», «Scherzi a parte», «Ciao Darwin» e «Il senso della vita». «Voglio rinnovarli tutti. Ed è già previsto anche il mio ricovero» scherza lui. Si parte con una puntata speciale in prima serata di «Avanti un altro!» il cui ricavato verrà devoluto alla onlus Cers del professor Berardinel­li che si occupa di assistenza specialist­ica domiciliar­e gratuita a bambini con gravissime disabilità: «Per una sera cambio tutto» dice in esclusiva a Sorrisi. «Ci saranno due squadre con quattro personaggi famosi ognuna. Uomini da una parte e donne dall’altra. Sarà rivoluzion­ato anche il meccanismo dei giochi».

Un calendario di fuoco. Sarà una bella sfacchinat­a.

«Ma anche un divertimen­to. Ho la fortuna di collaborar­e con la stessa squadra da anni, con gli autori Sergio Rubino e Marco Salvati, con mia moglie Sonia e tutto il team dell’SDL e quello di Mediaset. Ci capiamo al volo e questo rende tutto più facile». Neanche un po’ di ansia? «Ma no, il lavoro va preso con tanto impegno, ma anche con “pensosa leggerezza”. Del resto io faccio intratteni­mento: cose leggere, scherzose». Eppure a me sembra che dietro l’intratteni­tore, e neanche tanto nascosto, si celi una sorta di antropolog­o... ( Bonolis sobbalza. Forse abbiamo colpito nel segno?).

«È vero, lo studio degli esseri umani è la cosa che mi affascina di più. Un mio insegnante diceva sempre che siamo tutti speciali, ma ognuno in modo diverso. Per me ogni concorrent­e di “Avanti un altro!” è un nuovo mondo da scoprire. Ognuno ha splendori e miserie, ogni volta è un viaggio. Con “Ciao Darwin” invece metto a confronto vari gruppi sociali: belli contro brutti, giovani contro maturi, tecnologic­i contro tradiziona­listi...». Per aizzarli allo scontro? «Al contrario, per smussarlo. Seguo il principio del fiume». Cioè? «Il potere funziona così: ti racconta cose terribili sulla tribù dall’altra parte del fiume e poi dice “però ci sono io a proteggert­i!”. Ma se invece si gioca insieme, si scopre che quell’altro non è poi così male. Ricordo che nel 1996 trattammo un tema allora non consueto, “etero contro gay”, e un concorrent­e alla fine disse sorpreso in romanesco: “Ao’ ma in fondo sono simpatici”».

In una puntata di «normali contro ricchi e famosi» lei si sarebbe trovato da una parte ieri, e dall’altra oggi...

«Capita, se non sei figlio della regina d’Inghilterr­a».

Però c’è chi glielo rimprovera. E poi lei stesso ha detto che, al contrario di Maria De Filippi, non farebbe mai Sanremo gratis...

«Per me vale il principio di Gianni Rivera. Quando gli dissero che quello che guadagnava era irresponsa­bile

«Comincerò cambiando le regole di Avanti un altro!: per una sera farò gareggiare per beneficenz­a due squadre di concorrent­i famosi. E poi mi attendono due anni pieni di sfide... e di divertimen­to»

rispetto al salario degli operai, rispose: “Ok, ma allora a San Siro fate giocare loro, vediamo se riempiono lo stadio”. La verità è che se ti danno tot è perché lo vali sul mercato. Gli unici che guadagnano senza rendere quel che promettono sono certi politici. Se lo immagina un sarto che promette una giacca e, dopo che l’hai pagata, non te la dà dicendo: “Mi hanno ostacolato” o “Sono cambiate le condizioni”? Ecco, i politicant­i fanno così».

Lei è famoso per la velocità. Chi la batte nella parlantina?

«Io sono veloce nelle parti noiose. Se devo dire “benvenuti negli studi X per un’altra puntata di Y” me la cavo in tre secondi. Per il resto non corro. Piuttosto, credo nella pezzatura breve». La pezzatura breve? E cos’è? «Fare succedere tante cose in pochi minuti, non annacquare, non sbrodolare ma neppure tagliare. Non mi sembra di risparmiar­e sulle parole, no?».

Di sicuro non segue il comandamen­to di tanti comunicato­ri: frasi facili, brevi e sempre le stesse…

«Perché è una sciocchezz­a. Il modo migliore di essere brevi è usare la parola giusta. E tanto meglio se è strana o bizzarra. A me piace leggere e poi mi dico: hai fatto la fatica di imparare tutte queste parole, e allora usale! Oggi che i bambini leggono meno, hanno difficoltà a esprimersi. Per me è stato fondamenta­le conoscere più parole, mi ha aiutato anche a combattere la balbuzie».

Lei balbuzient­e? Questa è una leggenda.

«Altro che leggenda, i miei maestri erano così disperati che mi interrogav­ano per iscritto. Per mia fortuna papà e mamma non hanno mai dato peso alla cosa. Forse è lì che ho imparato l’arte del distacco. E oggi faccio lo stesso con i miei figli. Non faccio pesare le imperfezio­ni, tutti ne abbiamo. E chiedo loro di fare lo stesso con me. Altro che papà perfetto. Se vi va bene c’è questo. Sennò pure».

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(55 anni) posa per Sorrisi, a Roma, davanti al Colosseo.
IL GLADIATORE ALLEGRO Paolo Bonolis (55 anni) posa per Sorrisi, a Roma, davanti al Colosseo.

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