«MI SENTO COME IL PRESIDE CON LA BACCHETTA IN MANO»
Rudy Zerbi è uno dei volti più familiari di «Amici», da tante edizioni un punto di riferimento per i ragazzi. Al punto che quest’anno nel «Serale» Maria De Filippi lo ha voluto come coach che affianca Elisa, il direttore artistico dei Blu.
Come vive questo suo ruolo da «veterano»?
«Con serietà e divertimento, senza perdere mai di vista lo spirito pop di cui vado fiero». Lei è più pop di altri? «C’è chi nota che noi dei Blu saremmo più pop rispetto ai Bianchi, più “intellettuali”. Io credo che sia un vantaggio».
Qual è la cosa più facile nel lavoro con Elisa?
«La sua apertura mentale. Elisa è una numero uno, cosa potrei insegnarle io sul canto? Eppure lei accetta sempre il confronto». E la più difficile? «Il suo gran cuore. A volte mandiamo all’aria le strategie perché lei si emoziona o si commuove».
Perché Maria De Filippi si fida di lei?
«Perché le dico tutto ciò che penso: le cose belle e le cose brutte. Al di là di questo, credo che la mia esperienza da discografico abbia avuto un peso nel suo giudizio. Sembro più severo rispetto ai colleghi, ma non significa che non mi affezioni agli studenti, anzi. Però conservo uno sguardo distaccato: mi metto dalla parte del pubblico che ascolta le esibizioni e alla lunga è un atteggiamento che giova ai ragazzi».
Con la coreografa Veronica Peparini cosa vi dite quando bisbigliate tra voi in puntata?
«Io faccio un po’ il preside con la bacchetta in mano, Veronica è la “psicologa” che raccoglie le confidenze dei ragazzi. Tra noi parliamo dei loro stati d’animo».
Senza di lei cosa mancherebbe al cast del programma? «Un calvo?» (ride). Cosa invidia a Boosta? «Le sue capacità artistiche: lui vive la musica da dentro, io no».
Su Twitter però lei ha più follower di Boosta...
«I social non danno la credibilità che si conquista sul campo. E poi con Boosta siamo amici».
Su quale ragazzo del team avversario scommetterebbe?
«Su Sebastian: un raro mix di personalità, carisma e bellezza».
Dopo tanti anni in questo talent ha una sua definizione di talento?
« Sì, nel tempo l’ho capito: avere talento significa essere unici. Essere bravi non basta».