La grande famiglia del Kilimangiaro Di Danilo Gallo
«Sono soddisfatta degli ottimi risultati d’ascolto ma io ho voglia di crescere. E la Rai lo sa»
Il «Kilimangiaro» sembra ormai viaggiare con… il vento in poppa! La puntata del 26 marzo ha avuto infatti un ascolto di 1.246.000 spettatori con uno share del 9,41%. E all’approdo finale mancano solo due appuntamenti: il 9 aprile con la lunga diretta della domenica pomeriggio, e poi il 16 in prima serata con lo speciale dedicato alla proclamazione de «Il borgo dei borghi 2017». A quel punto Camila Raznovich potrà archiviare, e non senza soddisfazioni, la terza stagione del programma di Raitre che conduce dal 2014.
Il «Kilimangiaro» è ormai una trasmissione tagliata su misura per lei?
«Direi di sì. Sulla mia prima edizione sono salita in corsa, dopo 16 anni di conduzione di Licia Colò. Con la seconda abbiamo iniziato a ragionare su un programma diverso e ora con la terza possiamo, credo, essere veramente soddisfatti di quello che stiamo facendo».
Si è parlato di lei come conduttrice di «Amore criminale»...
«La rete me l’ha chiesto, posso confermarlo, ma ho risposto: “No, grazie”. Ho già condotto il programma alla sua nascita, dal 2007 al 2011, e io ho voglia di crescere». Suona già come un addio al «Kilimangiaro»?
«No, ma il mio carattere mi spinge anche a guardare oltre. Il “Kilimangiaro” è casa mia e, a oggi, rimane il mio programma. Ma non è detto che sia l’unico». Comunque non si fa mancare nulla: conduce anche tutti i giorni «Radio2 come voi». Che cosa l’ha convinta?
«Adoro la radio e poi sono un’entusiasta. Quando Carlo (Conti, direttore di Radio Rai, ndr) me l’ha chiesto ho detto di sì di corsa. Certo, lavoro sette giorni su sette…».
Ci vuole un fisico bestiale?
«Non mi lamento, però i miei amici mi prendono in giro perché, di solito, alle 10 e mezza sono a dormire». Sport? «Faccio yoga due volte la settimana e poi palestra e piscina». Una specie di samurai… « Serve grande concentrazione e il fisico ti deve aiutare. Detto questo la squadra è fondamentale: oltre alla diretta, il lavorare tutti insieme è la cosa che più mi piace del “Kilimangiaro”: ormai siamo una sorta di grande famiglia». Però vuole crescere… «Sì. Diciamo che in Rai ci sono una serie di movimenti che alla fine potrebbero coinvolgere anche me. Di più non posso dire, veramente».