Mal di testa e mal di Mal
Per ragioni che sarebbe lungo spiegare (fate prima a leggere l’articolo a pagina 12), l’altra sera mi sono trovato in un leggendario locale milanese, la Trattoria Arlati. Lì, nei primi Anni 60, alcuni giovanissimi cantanti poco o per nulla conosciuti andavano a mangiare risotto e ossobuco (il più delle volte a scrocco, pare) e a suonare: per esempio Adriano Celentano e Lucio Battisti. Mi sono dunque trovato a cena con musicisti che, nella mia gioventù passata a Lucca ad ascoltare ossessivamente sul mangiadischi i loro 45 giri, dubitavo addirittura che esistessero: i Dik Dik, i Camaleonti, i Rokes, i Ribelli, i Campioni e molti altri «capelloni» (li chiamavano così e in casa mia non erano entusiasti della mia passione per loro, anzi). Vicino a me c’era il maestro Vince Tempera, un luminare della nostra musica, che deve essere tornato a casa con un gran mal di testa: l’ho torturato con decine di domande su uno dei miei dischi preferiti, «Anima latina» di Lucio Battisti, di cui lui è stato l’artefice. Ah, e poi c’era Mal, mi stavo dimenticando di Mal, un altro dei miei idoli dei giorni lucchesi! Stringendogli la mano emozionato, mi è venuto da dirgli, come in una sua famosissima canzone: «I tuoi occhi sono fari abbaglianti ed io ci sono davanti!». Scusatemi, cari lettori, ma ho paura di non avervi fatto fare una bella figura nella veste di vostro... rappresentante.