Il mio destino era fare
ALESSIO BONI L’austero Giovanni Franza della fiction Di padre in figlia
di
In questo momento sono sulla riva del lago di Carezza. Davanti a me ho dei boschi e in lontananza le cime delle Dolomiti innevate. Un paradiso» dice con voce rilassata Alessio Boni.
Allora la mia telefonata è un elemento di disturbo?
«No. Ci tengo a parlare di “Di padre in figlia”, è una serie che mi piace moltissimo».
Il suo personaggio, Giovanni Franza, è tremendo...
«Ha usato un aggettivo forte per descriverlo e mi fa piacere. Osservandolo dal punto di vista di una persona di oggi, uno che ragiona come Giovanni, un padre padrone che non considera il pensiero e le aspettative della moglie e delle figlie, è giustamente tremendo». Invece? «Dietro alla sua sgradevolezza c’è tutto quello che le donne hanno conquistato dagli Anni 50 a oggi. Mia nonna Maddalena mi raccontava che lei cucinava per mio nonno e per i figli maschi, mentre le donne mangiavano in cucina. Era normale. Come era normale che l’eredità andasse solo al figlio maschio. O che un padre non spingesse il passeggino del figlio. Neanche mio padre lo faceva con mio fratello. E non era Medioevo, parliamo degli Anni 60. È appena dietro l’angolo… Questa saga familiare, ideata da Cristina Comencini, è potentissima e molto femminile, perché racconta come la donna sia riuscita a conquistarsi i propri diritti». Un messaggio che vale anche oggi.
«Già. E ancora ci sono incongruenze: in Italia per la stessa professione, nella stessa azienda, con lo stesso ruolo, la donna guadagna meno dell’uomo. Perché? La cosa che vogliamo sottolineare è questa: tanto è stato fatto, ma non tutto. Ora tocca a noi uomini fare qualcosa». Il 2 maggio va in onda l’ultima puntata. Finalmente vedre- mo qualche cambiamento anche nel suo Franza? «Sì, Giovanni capirà di essere stato cieco, ma sarà troppo tardi. E il pubblico potrà, se non perdonare, quantomeno comprendere perché quest’uomo era così». Sul set ha ritrovato Cristiana Capotondi, con cui aveva girato «Rebecca, la prima moglie». «Già. Nel 2008 Cristiana era mia moglie, adesso è mia figlia. O ho avuto un tracollo io o lei beve un elisir di eterna giovinezza!». Le è mai capitato di aver fatto qualcosa che potesse offendere o discriminare una donna? «Fin da piccolino ho avuto grandi insegnamenti da parte di mia nonna Maddalena e di mia madre Roberta, due co-