E tutto lo stadio canta l’Inno di Mameli .....
Caro direttore, prima della finale di Coppa Italia tra Juventus e Lazio c’è stato un momento per noi italiani abbastanza insolito: Lodovica Comello ha cantato l’Inno di Mameli. Questo succede spesso all’estero (e negli Stati Uniti in particolare), mentre da noi è un evento raro, come se ci vergognassimo del nostro bellissimo inno o, peggio ancora, di essere italiani. Invece io dico: bravi i dirigenti del nostro calcio per questa iniziativa, brava Lodovica e bravi i 70 mila spettatori dello stadio Olimpico di Roma che hanno cantato con lei, juventini e laziali.
Ivan Negri, Milano
Caro Ivan, siamo un Paese strano: litighiamo su quasi tutto, poi scende in campo la Nazionale di calcio e ci riscopriamo fratelli. C’è chi si compiace a dire che si vergogna di essere italiano, ma appena oltrepassa di un metro la frontiera, guai se gli toccano il nostro Paese. In molte nazioni le bandiere sventolano alle finestre sempre, non solo quando si vincono i Mondiali. Dopo decenni di snobismo, fu il presidente Ciampi, se non ricordo male, a ricordarci di manifestare il nostro amore per l’Italia. Ora stiamo riassaporando l’orgoglio di essere italiani, il piacere di cantare insieme l’inno e di mettere le bandiere alle finestre. La Comello che canta «Fratelli d’Italia» prima di una partita è una cosa bellissima, anche se pure in questo caso ci sono stati i bastian contrari che l’hanno criticata per un’interpretazione secondo loro non perfetta (a me è sembrata ottima). Ma su qualcosa dobbiamo pur litigare... E ora, «rubo» il finale al presidente Mattarella per concludere come meglio non si può: viva la Repubblica, viva l’Italia! (a.v.)