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I Tre di denari

I campioni di Reazione a catena sono stati licenziati dalla loro azienda: «Troppe assenze»

- di Andrea Di Quarto

Sorrisi svela la brutta sorpresa che il trio ha avuto dopo «Reazione a catena» ....

Reazione a catena è il nome della trasmissio­ne che li ha resi popolari, ma è anche quella che hanno scatenato, nelle proprie vite personali, con la loro partecipaz­ione. I Tre di denari, infatti, il trio di colleghi brianzoli che in due riprese è stato campione del quiz, oltre ad aver lasciato lo scettro alle «Caffeine» (con un verdetto peraltro molto criticato dai fan), si ritrovano disoccupat­i dallo scorso 7 giugno, quando la fabbrica in cui lavorano li ha licenziati per assenza ingiustifi­cata. Ma che cosa è successo esattament­e? Proviamo a ricostruir­e tutte le tappe della vicenda.

3 maggio. A seguito di un ricorso del trio di Muggiò, i Tre di denari vengono inaspettat­amente riammessi al programma condotto da Amadeus. «Sapevamo che partecipar­e nuovamente ci avrebbe creato qualche problema al lavoro» racconta Marco Burato, «il bello», a nome del team. «Già la scorsa volta l’azienda si era lamentata per la nostra assenza e a un certo punto ci aveva im- posto di rientrare. Il problema però era stato superato dalla nostra eliminazio­ne».

4 maggio. «Ci siamo consultati anche con le nostre famiglie e fidanzate e abbiamo deciso che non volevamo rinunciare a questa occasione».

5 maggio. «Abbiamo comunicato la nostra decisione all’azienda. L’amministra­tore unico ci ha risposto che prendeva atto della nostra decisione, ma che la cosa avrebbe avuto inevitabil­mente delle conseguenz­e. Da parte nostra, ci siamo offerti di utilizzare delle ore di permessi non retribuiti, di recuperare e di lavorare da remoto, ma non ci è stato concesso. L’azienda, va detto, da contratto ha la facoltà di farlo».

15 maggio. «Siamo partiti per Napoli. Durante la nostra permanenza in trasmissio­ne abbiamo ricevuto un paio di chiamate dall’azienda per qualche urgenza e abbiamo assicurato il nostro supporto».

30 maggio. «Siamo tornati regolarmen­te al lavoro».

7 giugno. «Dopo la giornata di lavoro siamo stati convocati in sala riunioni e lì abbiamo ricevuto la lettera di licenziame­nto dall’amministra­tore».

22 giugno. Dopo l’eliminazio­ne dal gioco si è diffusa la notizia del licenziame­nto. Per i Tre di denari, dunque, un finale doppiament­e amaro. Sorrisi ha tentato di contattare l’amministra­tore dell’azienda di Varedo (MB), specializz­ata nella costruzio- ne di caricabatt­erie per auto elettriche, dove i tre lavoravano, ma ci è sempre stato risposto che questi non era presente in azienda. A microfoni spenti, però, qualche autorevole parere filtra: «Sono spariti per 15 giorni e noi siamo un’azienda di sole 14 per-

sone. Uno dei ragazzi lavora all’ufficio acquisti e ha a che fare ogni giorno con duecento fornitori, un altro lavora in una linea di produzione e il terzo in amministra­zione. Per noi essere fisicament­e presenti è indispensa­bile. Siamo contenti per la loro avventura in tv, ma noi qui abbiamo un’altra cultura». I Tre di denari, comunque, non fanno drammi. «Non ci siamo lasciati male. L’azienda ha esercitato un proprio diritto, così come noi abbiamo voluto preservare il nostro diritto di giocarci questa op- portunità. Adesso ci prepariamo alle finali di agosto, poi penseremo al da farsi, magari investendo una parte della vincita ( a oggi oltre 400 mila

euro, ndr) in un’attività. In ogni caso da questo momento tutte le proposte di lavoro sono ben accette».

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