Francesco Testi
In «Velvet» sarà cattivissimo ...............
Èarrivato dall’Italia per prendere le redini dell’atelier Velvet e lo ha fatto senza guardare in faccia nessuno. «Ma alla fine della terza stagione il pubblico rimaneva con un dubbio: il mio Marco Cafiero è davvero cattivo oppure, sotto quella faccia determinata da manager, nasconde un cuore generoso»? A chiederselo, con sottile gusto della suspense, è anche Francesco Testi, l’attore che interpreta il personaggio. E poi ci dà la risposta, che allo stesso tempo è un’anticipazione sulla nuova stagione della fiction spagnola: «La verità è che si tratta proprio di un poco di buono! E lo scoprirete col fluire della trama di questa quarta e ulti- ma stagione. Perché ora tutti i nodi verranno al pettine e Marco, pur di raggiungere i suoi scopi, commetterà delle vere meschinità. Tanto per cominciare, stringerà un’alleanza di ferro con Cristina, l’acerrima nemica della protagonista Ana».
Ma cosa ci fa lei, un italiano, nel cast di questa fiction ormai di culto nelle nazioni di lingua spagnola
(e non solamente lì)?
«Nel mondo il nostro Paese è ancora sinonimo di fascino e alta moda, quindi non stupisce che a dirigere l’atelier di Madrid ci sia un italiano. Ma devo anche dire che quando mi hanno proposto un provino sono rimasto sbalordito. Io allora non sapevo una parola di spagnolo!». E come è riuscito a risolvere il problema?
«Con due mesi di studio matto e disperatissimo e con una brava attrice che, sul set, mi ha fatto da “coach”. E devo ringraziare la pazienza di tutto il cast che, soprattutto all’inizio, ha dovuto sopportare qualche ciak in più... Sono stati gentilissimi, mi hanno fatto sentire subito parte della famiglia. E poi, per me la sfida più grande non è neppure stata la lingua...».
E quale, allora?
«Riuscire a calarmi nella meschinità di Marco. È cinico, spregiudicato e prepotente. Per non odiarlo provo a guardarlo con ironia. Perché siamo davvero agli antipodi. Per dirne una: lui è un maschilista incallito, io mi batto contro la discriminazione delle donne». Come?
«Ho girato un cortometraggio per l’associazione “Senza veli sulla lingua”, creata dall’italo-yemenita Ebla Ahmed. Si intitola “Oltre la finestra” e proprio gli attori di “Velvet” mi hanno aiutato in questa avventura».
Ho l’impressione che le mancheranno molto.
« Ammetto di aver pensato: “Mannaggia, proprio quando arrivo io dovevano annunciare l’ultima stagione”? Ma ho già ricevuto altre proposte per fiction in spagnolo. Del resto c’era da aspettarselo, perché “Velvet” va in onda in 60 Paesi. Sono tentato, ma non so se accetterò, dovrei trasferirmi e cambiare le mie abitudini. A Madrid ho lavorato 400 giorni, e nel 40° giorno ho girato la scena decisiva, un discorso che si vedrà alla fine della serie. Ho controllato, è lungo 40 righe. Ha notato il ricorrere del 4? È il mio numero fortunato, sarà che sono nato il 4 novembre...».
E mentre si avvicina ai 40 anni può già dire di avere una carriera internazionale alle spalle. Non è da tutti. Tra tante
fiction di cui è stato protagonista qual è stata la più importante per lei?
«Scelgo “Caterina e le sue figlie” per... 4 motivi. La qualità del prodotto, l’incontro con Virna Lisi, il fatto che fosse il mio primo titolo importante, e che fosse una commedia. Mi piacciono molto le commedie, vorrei girarne di più». E invece del «Grande Fratello» che l’ha lanciata nel 2007 cosa pensa oggi? Lo guarda ancora in tv?
«Devo confessare che ho un po’ tagliato i ponti con quel mondo. L’unico con cui sono rimasto legato è Andrea Spadoni, anche lui concorrente della settima edizione: siamo molto amici. Poi certo, se lo vedo passare in tv me lo guardo. È sempre divertente».