L’omicidio di Lecce e la diretta del dolore .......
Caro direttore, ho visto il filmato di «Chi l’ha visto?» in cui l’inviata del programma annunciava ai genitori che il loro figlio era l’assassino di Noemi, la ragazzina di 16 anni scomparsa da giorni a Lecce. Un filmato drammatico, con la reazione disperata della mamma e del papà del ragazzo. Alcuni dicono che Federica Sciarelli, di cui sono una vera fan, avrebbe dovuto evitare quelle riprese e dare la notizia ai genitori a telecamere spente. Non sono d’accordo, sia perché la cosa è avvenuta in fretta (la giornalista ha letto loro un sms appena ricevuto e anche lei ha appreso in quel momento la notizia), sia perché la televisione è fatta per raccontare le cose che succedono, e possibilmente mentre succedono. Lei che ne pensa?
Penso, cara signora Myriam, che siamo di fronte a una storia terribile, resa ancor più drammatica da alcuni particolari: pare che il padre del ragazzo sapesse tutto già dalla sera prima, quando il figlio gli aveva confidato di essere l’assassino di Noemi (e quindi lo stupore e il dolore che manifesta in quel filmato non sarebbero genuini). E poi il sorriso e il saluto dell’assassino alla folla davanti alla caserma dei Carabinieri, come se si sentisse una star. Non so come avrei agito nei panni di Federica Sciarelli (per la quale anch’io ho una sorta di «laica devozione»): so che tutti i conduttori televisivi avrebbero tenuto aperto quel collegamento (infatti il filmato continua a girare in tv). Penso che noi giornalisti siamo spesso bravi ad avere la prontezza di riflessi per raccontare un fatto mentre accade. E bravi anche a ragionare dopo, con calma, su cosa sia meglio o eticamente giusto fare. Ma a caldo siamo un po’ «drogati» ed eccitati dalla notizia. E ci nascondiamo dietro l’alibi che la cronaca e la verità vengono prima di tutto. In realtà ci sono accorgimenti per rispettare il diritto di informare senza dimenticare che la cronaca è fatta di persone. (a.v.)