TV Sorrisi e Canzoni

Il duello tra il boss e il servitore dello Stato

SOTTO COPERTURA - LA CATTURA DI ZAGARIA Parlano Alessandro Preziosi e Claudio Gioè, protagonis­ti della fiction di Raiuno

- di Paolo Fiorelli

Una nuova guerra e un nuovo incubo aspettano il superpoliz­iotto Michele Romano (interpreta­to da Claudio Gioè) nella seconda stagione di «Sotto copertura». Se la prima si era conclusa con l’arresto del boss Antonio Iovine, questa volta a togliergli il sonno sarà l’altro grande capo del clan dei Casalesi: Michele Zagaria, a cui dà il volto un gelido Alessandro Preziosi. Si parte lunedì 16 ottobre su Raiuno.

La storia scaturisce dalla cronaca re- cente (il vero Zagaria è stato arrestato nel 2011) e questo ha messo molta pressione sugli attori. Soprattutt­o su Preziosi, incaricato di far rivivere la mente e le gesta di un camorrista luciferino. «Mi sono documentat­o guardando filmati di cronaca e parlando con i testimoni, e la sensazione dominante in quei momenti è stata di un profondiss­imo disagio. Io poi sono napoletano e quindi mi sentivo direttamen­te coinvolto» racconta l’attore, che continua: «È stato anche un viaggio alla scoperta dei lati oscuri della Campania. Tre anni fa avevo interpreta­to Don Diana, il prete ucciso proprio dal clan dei Casalesi. Ora tocca a Zagaria. Con questi due personaggi posso dire di aver raccontato il meglio e il peggio della mia terra». Con uno scrupolo: «Quello di non mitizzare mai il male, di non renderlo affascinan­te. Ciò che più colpisce di Zagaria è l’insieme di freddezza, astuzia e sadismo. Una diabolica capacità di annusare la paura e le debolezze degli altri e di sfruttarle per i propri fini. Quella che si crea tra Zagaria e Romano è una guerra ma anche una lunga partita a scacchi, fatta di mosse e contromoss­e, dove la distanza siderale tra i due non impedisce che ci sia del rispetto». Distanza siderale, già.

Perché se da una parte c’è un boss spietato, dall’altra c’è «un vero servitore dello Stato, un uomo che ti fruga dentro con lo sguardo» racconta Claudio Gioè, che per prepararsi al ruolo ha incontrato Vittorio Pisani (il poliziotto che arrestò Zagaria), a cui si ispira la figura di Romano. «Lui non ama i riflettori e anche per questo si è deciso di non usarne il nome. Ma lo spirito è il suo. E sua è anche la storia, compresi i vari tentativi di infangare il suo nome e il suo lavoro che sono parte centrale della fiction».

La scena più difficile? Entrambi gli attori indicano la lunga sequenza della cattura di Zagaria. «Abbiamo girato nei luoghi reali, a Casapesenn­a (in provincia di

Caserta, ndr), nello stesso edificio sotto cui si celava il bunker del boss. L’accoglienz­a della gente è stata commovente: erano contenti, ci offrivano il caffè. Eravamo lì a raccontare una grande vittoria della giustizia e anche questo è il segno che, quando lo Stato c’è, le persone non restano indifferen­ti». Incalza Preziosi: «Tre giorni di riprese, il senso claustrofo­bico del sentirsi in trappola, il faccia a faccia finale. Quella è stata senza dubbio la sequenza più complessa e più emozionant­e».

La miniserie si articola in quattro puntate «e questo ha permesso di approfondi­re anche il lato umano degli altri personaggi» sottolinea Gioè. Da una parte la squadra dei poliziotti (interpreta­ti da Antonio Folletto, Antonio Gerardi, Simone Montedoro, Matteo Martari e Giulia Fiume) e dall’altra un giovane camorrista (Erasmo Genzini) e soprattutt­o Agata (Alejandra Onieva), forse l’unica persona al mondo per cui il boss Zagaria prova un vero affetto. E che, proprio per questo, sarà il suo tallone d’Achille.

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(44 anni) interpreta il boss dei Casalesi Michele Zagaria ( 59, nella foto sotto).
IL CAPOCLAN Alessandro Preziosi (44 anni) interpreta il boss dei Casalesi Michele Zagaria ( 59, nella foto sotto).
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è Michele Romano, personaggi­o ispirato a Vittorio Pisani, il capo della Mobile che catturò Zagaria.
IL SUPERPOLIZ­IOTTO Claudio Gioè (42) è Michele Romano, personaggi­o ispirato a Vittorio Pisani, il capo della Mobile che catturò Zagaria.

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