Mi fa stare bene
Quando mi sveglio al mattino, circondato dai cani che reclamano la pappa invadendo il letto (lo so, è sbagliato, ma provateci voi a dissuaderli), ho una consuetudine: cercare di capire che cosa, nella giornata che mi aspetta, mi farà stare bene. Non pretendo eventi eccezionali, mi accontento di cose banali, una riunione con la redazione di Sorrisi (sempre molto divertente), la visione di un programma alla tv col... miracolo della presenza di mia figlia, una partita allo stadio. Cerco insomma quella dose necessaria di buonumore che mi dia la spinta per affrontare la vita quotidiana. L’altro giorno ho sentito alla radio la nuova canzone di Caparezza il cui ritornello è: «Devi fare ciò che ti fa stare bene» e mi sono detto: «Questa è la mia canzone! È così allegra che mi fa stare bene solo a cantarla». Così, ho pensato di dedicarle un articolo (lo trovate a pagina 48) con la spiegazione del testo (in realtà arguto e profondo) e l’intervento di uno psicologo che illustra l’importanza di far proprio il motto caparezziano. E quando mia moglie mi ha detto: «Aldo, carica la lavapiatti!» ho risposto scuotendo la testa: «Mi spiace, non posso: hai presente la canzone? “Devi fare ciò che ti fa stare bene”». «Infatti» ha detto lei ridendo. «A me fa stare bene guardarti lavorare...!». Eccomi fregato con le mie stesse mani. Che posso fare? Devo chiedere a Caparezza come uscire da questa situazione.