TV Sorrisi e Canzoni

Gerry Scotti

SUPER SCOTTI racconta a Sorrisi di Caduta libera, Tú sí que vales e del nuovo quiz The Wall. E a Capodanno brinda con il suo spumante

- Di Barbara Mosconi - foto di Pigi Cipelli

Il suo autunno «caldo» .......................

In tv tutti i pomeriggi con «Caduta libera» e il sabato sera con «Tú sí que vales», sempre su Canale 5. E quando non è in onda? Beh, le sue giornate si dividono così: registrazi­one delle puntate del quiz, registrazi­one del talent show, casting del nuovo gioco «The Wall» (che debutterà sull’ammiraglia Mediaset lunedì 20 novembre) e fine settimana nella campagna pavese in mezzo alle sue vigne. Scusi, ma quanto dura una giornata di Gerry Scotti?

«Dipende dalle abitudini. Io ho il piacere di dire che ho una vita molto normale e questo mi aiuta». Ci descriva la sua normalità.

«Mi sveglio alle sette. Leggo il giornale, alle otto guardo il tg, faccio un’oretta di ginnastica e alle 11 sono agli studi Mediaset. Registro una puntata di “Caduta libera”, pausa pranzo, poi altre due puntate il pomeriggio. In coda ci sono le riunioni con gli autori e più o meno all’ora del tiggì della sera torno a casa». Quel che si dice un abitudinar­io.

«Ho una giornata scadenzata. Parecchie volte nel corso della mia carriera ho imposto alla produzione i miei orari. Per esempio, registrare una puntata al mattino e due al pomeriggio. Prima si iniziava alle due e mezzo. Del resto, se mi sveglio alle sette di mattina, cosa faccio fino alle due del pomeriggio?». Un vero «impiegato» della tv.

«In tv ci sono i fenomeni, quelli che appaiono e brillano ogni tot di anni, e poi ci sono quelli che lavorano otto ore al giorno: Scotti, Fabrizio Frizzi, Amadeus, Carlo Conti, Maria De Filippi». Infatti, come ogni autunno, lei è in tv ogni sera prima del Tg5.

«A Canale 5 siamo io e Paolo Bonolis che ci diamo il cambio, se fossimo in tre sarebbe più facile».

«Caduta libera» conta cinque edizioni e 450 puntate in tre anni: anche per gli spettatori è ormai una tradizione. «Arriveremo a sfiorare le 500 puntate. Come si diventa un grande classico della tv? Quando la gente fra 20 anni dirà: “Ti ricordi quel gioco dove si cadeva giù dalle botole?”. Di “Passaparol­a” dicono: “Ti ricordi quel gioco dove c’erano le Letterine?”. “Caduta libera” era un esperiment­o ed è diventato un grande classico».

La sua settimana finisce con «Tú sí que vales» e con i milioni di spettatori che non si perdono una puntata. «Quest’anno ha fatto il record assoluto di esordio (

4.996.000 spettatori e 29,61% di share nella prima puntata andata in onda il 30 settembre, ndr). Siamo una compagnia affiatata, abbia-

mo conservato l’originalit­à e le nostre personalit­à, e in questi anni gli autori e la produzione hanno letteralme­nte rinnovato il linguaggio del varietà del sabato sera». Agli ascolti milionari si fa l’abitudine?

«Se così fosse, mi sarei montato la testa anni fa. Bisogna fare l’abitudine a esserci sempre, quando le cose vanno bene e quando vanno male, quando ci sono gli elogi e quando arrivano le critiche». La sua ultima critica a quando risale? «Non lo so. Tocco subito ferro. Anche legno! Mi basta dire che quando ho iniziato a fare il quiz preserale con “Il gioco dei 9” facevo il 30% di share ogni sera. Oggi, con tutta l’offerta che c’è, consegnare quattro milioni di spettatori al Tg5 delle 20 dopo sette interruzio­ni pubblicita­rie è una “missione riuscita”».

Nel frattempo ha cominciato i provini per «The Wall». Che cosa ci può anticipare?

«Saranno 50 puntate (dal 20 novembre all’8 gennaio). Il programma è già in onda in Francia, Stati Uniti e in altre nazioni. È un “game show” con molto gioco. C’è un muro alto 20 metri da dove cadono delle palline, il caso o la fortuna decidono dove andranno a finire. Poi ovviamente ci sono delle domande per vincere del denaro». Che tipo di concorrent­i cercate?

«Delle coppie, uno risponde e l’altro si deve fidare. La preparazio­ne è totale, devi sapere dalla “a” alla “zeta”, dal calcio al cinema. Ormai cerchiamo i “tuttologi“. In questo caso oltre alla preparazio­ne e alla fortuna ci vuole anche fiducia fra loro». Con tutti questi impegni ha trovato il tempo per la vendemmia?

«Perbacco! Siamo dovuti rientrare prima. Quest’anno in Oltrepò pavese c’è stata una vendemmia anticipata, abbiamo iniziato il 16 agosto». E come è andata l’annata?

«Molto secca, poca quantità ma ottima qualità. Sono riuscito a ricavare 50 mila bottiglie fra un bianco, un rosso e un rosato. E per la prima volta debutterò per le feste con il mio spumante. Gli ho dato un nome che potesse raccontarm­i: “Gerry Scotti”». E con il suo spumante brinderà su Canale 5 la notte di Capodanno?

«Non farò il Capodanno in television­e, né a reti separate, né a reti unificate. Lo festeggerò, invece, a casa con la mia famiglia».

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