TV Sorrisi e Canzoni

Alberto Angela

Ci spiega tutti i segreti di «Ulisse» ........

- di Alex Adami - foto di Barbara Ledda / Photomovie

L’ «arredament­o ricorda un commissari­ato cecoslovac­co ma si accomodi pure». Alberto Angela sorride. La redazione di «Ulisse» è al secondo piano di una palazzina d’epoca nel quartiere Prati a Roma. In effetti l’arredo è spartano, ma a scaldarlo ci sono le foto, i poster e una grande cartina del mondo con le bandierine puntate sui Paesi nei quali lui e la sua troupe sono stati per il programma. E consideran­do che «Ulisse» è arrivato alla 17ª edizione, le bandierine sono davvero tante. L’ufficio di Alberto non è grande: «Tanto sono sempre in giro, qui ci sto poco» spiega. C’è una scaffalatu­ra di metallo stracolma di libri e riviste di architettu­ra, archeologi­a, storia, ambiente. Poi una stampa che riproduce il ritratto di Paquio Proculo, un famoso affresco di Pompei («È uno dei luoghi al mondo dove non mi stanco mai di tornare»), l’immagine del Trapezopho­ros («Un basamento con due grifoni alati che predano un cerbiatto: un capolavoro scoperto in Puglia»). E il poster di un astronauta sulla Luna: «Lo guardo e mi aiuta a ridimensio­nare le seccature quotidiane. Quegli uomini sono arrivati lassù, a 300 mila chilometri dalla Terra: se qualcosa fosse andato male, nessuno sarebbe andato a recuperarl­i. Quelli sì che erano problemi».

Lei sulla Luna non ci è arrivato, ma di chilometri ne ha macinati. Così come continua a macinare ascolti con la nuova serie di «Ulisse». Glielo avranno già chiesto, ma la do-

manda è inevitabil­e: come riesce a fare certi numeri con i documentar­i?

«Cerchiamo di dare calore, emozione e umanità alla storia, all’arte, alla scienza. Se ti parlo dei batteri ti racconto di Pasteur. Se ti parlo dello sbarco in Normandia vado a cercare i ragazzi che erano lì. Il racconto è uno dei nostri cavalli di battaglia, perché riesce a coinvolger­e le persone, a mettere l’emozione e il calore là dove solitament­e ci sono solo dati tecnici».

Ricorda il primo servizio che ha girato per la prima serie?

«Era il 2000. Una puntata dedicata agli Etruschi girata a Venezia in occasione di una mostra a Palazzo Grassi: l’allestimen­to della mostra non era pronto, il venerdì sera erano ancora a mettere la moquette con la spillatric­e e il sabato andavamo in onda. Che corsa! C’era entusiasmo, confusione, paura». Un servizio che l’ha colpita più di altri? «Il decollo dello Shuttle in Florida: è stata una delle emozioni più forti della mia vita. L’uomo che esplora l’Universo: è come affacciars­i a una finestra che dà sul futuro. In quel momento mi sono commosso fino alle lacrime. Anche perché ero nello stesso punto in cui si era trovato mio padre quando seguiva il progetto Apollo: la prima missione attorno alla Luna e poi l’allunaggio. E ricordavo i suoi racconti».

Durante l’estate si sono rincorse voci che la davano in procinto di lasciare la Rai. Poi cos’è successo?

«Aspettavo una proposta della Rai. Sono passati molti mesi e nel frattempo si sono presentati altri interlocut­ori. Oggi posso ufficializ­zarlo: rimango in Rai». Ha firmato un contratto?

«Non ancora, è un accordo, tant’è che quando vado al montaggio devo chiedere un permesso per entrare perché non ho il tesserino. La parte burocratic­a sarà definita a breve». Cosa prevede l’accordo? «Quattro anni di esclusiva con “Passaggio a Nord

Ovest”, “Superquark”, “Ulisse”, “Stanotte a...” e un nuovo programma che parte a gennaio su Raiuno». Ce lo può anticipare?

«Si chiama “Meraviglie. La penisola dei tesori” e racconta il patrimonio Unesco in Italia. Sono 53 luoghi, il nostro Paese è quello che ne ha il maggior numero al mondo. Non solo. L’Italia è riuscita a dare dei capolavori in ogni epoca: dall’antichità al Medioevo, dal Rinascimen­to fino a Barocco. Ho fatto tanti viaggi e mi accorgo che il nostro Paese è unico. Dobbiamo esserne orgogliosi». Come sarà strutturat­o il programma?

«Dovrebbero essere tre o quattro puntate, stiamo facendo una corsa contro il tempo. Abbiamo 80 giorni di riprese per raccontare la Valle dei Templi di Agrigento, Assisi, Siena, le Langhe, la Reggia di Caserta, i trulli di Alberobell­o, Castel Dell’Ovo e tanti altri tesori. Io esplorerò i siti come la gente mi ha sempre visto fare. Ci saranno anche ospiti celebri che daranno la loro testimonia­nza legata a un luogo». Qualche nome?

«Andrea Camilleri, Monica Bellucci e Paolo Conte, tra gli altri».

E nella prossima edizione di «Stanotte a...» dove ci porterà? «Sto lavorando su Pompei». La prima cosa che mette in valigia? «Coltellino multiuso e giaccone con tante tasche». Cosa non manca mai nel suo bagaglio? «Macchina fotografic­a o comunque lo smartphone per

fare le foto». È ordinato quando fa la valigia? «Sì». Quanto tempo impiega?

«Beh, la potrei fare al buio. E al buio saprei ritrovare tutto. È un modello collaudato». In tv sembra sempre

tranquillo: si arrabbia mai?

«O sì, certo. Di solito di fronte all’ottusità e alla stupidità umana». E che fa, alza la voce?

«Porto avanti le mie idee con veemenza, decisione e sicurezza. Diciamo che quando sono arrabbiato si capisce».

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 ??  ?? «I luoghi del mondo dove mi sarebbe piaciuto andare li ho visitati quasi tutti» spiega Alberto Angela. «Vorrei vedere Armenia e Georgia: mi incuriosis­cono i luoghi a cavallo fra i continenti. Tornerei volentieri in Argentina: è molto a sud e ha un...
«I luoghi del mondo dove mi sarebbe piaciuto andare li ho visitati quasi tutti» spiega Alberto Angela. «Vorrei vedere Armenia e Georgia: mi incuriosis­cono i luoghi a cavallo fra i continenti. Tornerei volentieri in Argentina: è molto a sud e ha un...
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