La pappa ideale dipende dall’età
Dopo i sette anni fate un check-up al micio: potrebbe aver bisogno di cambiare cibo
Nei negozi specializzati molte qualità di cibo per gatti hanno l’indicazione «dai sette anni in su». Superata quella soglia i nostri mici sono quindi da considerare anziani? «In medicina non è mai corretto generalizzare» spiega Barbara Tonini, veterinaria nutrizionista del programma «Kitchen Bau & Miao» di Sky Uno. «L’età biologica non corrisponde sempre a quella anagrafica e non è detto che tutti i gatti abbiano le stesse problematiche».
La crisi del settimo anno
«Ma dopo i sette anni possiamo considerare i nostri gatti “senior” perché non sono quasi mai evidenti i classici disturbi dell’invecchiamento (dalla perdita di massa magra all’artrosi), ma cominciano a esserci delle alterazioni in fase iniziale (o latenti) in cui la nutrizione svolge un ruolo di primo piano. Intorno ai sette-otto anni è molto importante fare prevenzione e si dovrebbero scegliere alimenti specifici. Per conoscere meglio le necessità nutrizionali del proprio gatto serve una valutazione approfondita del suo stato di salute effettuando esami del sangue e delle urine, che permettono di individuare eventuali alterazioni che, in fase iniziale, sono asintomatiche. Sarà quindi il veterinario a indicare l’alimentazione più giusta per il nostro gatto».
Attenzione al peso
«Infine sfatiamo il falso mito secondo cui gli alimenti cosiddetti “renali” (quelli cioè che dovrebbero proteggere i reni del micio, ndr) possono prevenire l’insorgenza di malattie renali croniche. Questi alimenti vanno destinati ai gatti ai quali è stata diagnosticata un’insufficienza renale, non a quelli sani a cui potrebbero provocare malnutrizione proteica e un aumento di peso poi difficile da correggere. Non sottovalutate mai un incremento anche solo di 300-500 grammi rispetto al peso forma: indica un trend negativo da interrompere al più presto».