Bocciofila Potëmkin
Nelle fredde notti invernali di una Lucca di tanti anni fa, un cinema di periferia che si trovava accanto a un campo di bocce era la sede del cineforum di cui ero un giovane e accanito socio. Lì vidi per la prima volta «La corazzata Potëmkin», un capolavoro assoluto del cinema che ora Iris manda in onda per il centenario della Rivoluzione russa. Lo trovai bellissimo, forse anche intimidito dai commenti entusiasti dei dirigenti del cineforum. Passarono gli anni e in un film di Fantozzi risi alla celebre scena in cui Villaggio, alla fine della proiezione voluta dal capoufficio, si libera dicendo: «Per me è una c****a pazzesca!». Poi ho rivisto il film e non ho cambiato idea: è meraviglioso e commovente, non perdetelo. Tra l’altro nel mio ricordo era lungo almeno tre ore, mentre Paolo Fiorelli, nell'articolo a pagina 33, scrive che dura solo 68 minuti. E ricordo anche un suono ritmato, «toc, toc, to-toc!», che si sentiva durante la proiezione. I sapientoni del cineforum alla fine disquisivano su quei colpi secchi e pieni di significati, «metafora delle mitragliate contro il popolo, geniale intuizione del regista». Ma usciti dal cinema, quei colpi continuavano. Così capimmo: erano le bocce del campo lì accanto, dove era in corso un torneo con in palio salame e vino. Se fossi un dirigente di Iris, aggiungerei in sottofondo il rumore delle bocce: rende il film ancor più drammatico.