TV Sorrisi e Canzoni

Addio ad Aldo Biscardi

- di Andrea Di Quarto

L’uomo che inventò il calcio parlato ......

A «ndre’ mi raccomando, vai giù duro, facciamo un po’ di polemica sugl’arbitri». Impossibil­e dimenticar­e la volta che fui ospite de «Il processo di Biscardi». Quella sera, nella consueta grande

pièce a sfondo sportivo allestita da Aldo, non ebbi difficoltà ad assecondar­lo: il mio Palermo aveva perso a Brescia (allora entrambe le squadre giocavano in A) a causa di un rigore inesistent­e. O almeno così appariva ai miei occhi di tifoso.

Era difficile non subire il fascino di Biscardi. Lo guardavo da ragazzo, quando a condurre «Il processo» era Enrico Ameri e lui interveniv­a dalla regia. Poi, diventato giornalist­a anch’io, lo avevo intervista­to varie volte alle conferenze stampa di presentazi­one dell’ennesima «Eggezziona­le sdaggione» del «Processo». Eppure era strano lo stesso mangiare insieme una pizza da asporto prima di andare in onda.

Che lo si amasse o lo si detestasse, lo si sfottesse o lo si ammirasse, era impossibil­e non riconoscer­e l’unicità di Aldo Biscardi. Lui, nato nella carta stampata, dove era stato responsabi­le delle pagine sportive di «Paese Sera», del giornalism­o sportivo in tv aveva inventato tutto o quasi. All’intervista aveva sostituito il «dibbattito», al faccia a faccia le tavolate di ospiti, all’obiettivit­à la passionali­tà. Aveva trasformat­o in personaggi i giornalist­i della carta stampata di cui nessuno conosceva il volto: Maurizio Mosca, Domenico Morace, Ivan Zazzaroni, Gianpaolo Ormezzano, Gianfranco Giubilo, Oliviero Beha. Così com’era stato anche il primo a dare una faccia ai famigerati procurator­i sportivi: Caliendo, Pasqualin, D’Amico, Pastorello aprirono la strada ai tanti colleghi che oggi affollano tutti i salotti. Con Biscardi il commento diventò chiacchier­a, discussion­e, perfino rissa e se le cose si mettevano male a riportare l’ordine ci pensava lui con una frase entrata nel linguaggio comune: «Per favore, non parlate tutti insieme, massimo due alla volta, che a casa non si capisce». Chissà poi, se questa frase l’ha pronunciat­a davvero. Sull’implacabil­e

YouTube non ve ne è traccia, ma che importa? Nelle sue gaffe, vere o presunte, Aldo Biscardi ci ha sguazzato felice. Che fossero «sgub», o «polemiche che fioccano come nespole», poco importa. Per lui lo sport era spettacolo e lo spettacolo deve prima di tutto divertire. Una cosa, però, gli dava fastidio: che gli dessero dello sgrammatic­ato. In realtà aveva solo un fortissimo accento molisano. Aldo era una persona colta, con una laurea in Giurisprud­enza all’Università Federico II di Napoli, e già dieci anni prima di diventare personaggi­o televisivo, nel 1973, aveva scritto una storia del giornalism­o sportivo che aveva vinto il Premio Bancarella ed era stata adottata come testo della Scuola di giornalism­o dell’Università di Urbino. Il suo orgoglio, però, era «Il Papa dal volto umano», la sua intervista del 1979 a papa Giovanni Paolo II con prefazione di Giovanni Spadolini, edita da Rizzoli.

Della sua creatura, «Il processo», in occasione del 25° anniversar­io mi aveva detto orgoglioso: «Sto facendo una ricerca più approfondi­ta, ma mi sento già in grado di dire, quasi con sicurezza, che mai nessuna trasmissio­ne in Italia, e forse nel mondo, va avanti (o è andata avanti) per 25 an-

ni di fila. Credo che neanche David Letterman, né Costanzo, perché lui ha cambiato nome e formule nel tempo. Il mio è sempre rimasto “Il processo”».

Da lui sono passati tutti, compresi Presidenti della Repubblica (Pertini) e presidenti del Consiglio (Andreotti e Berlusconi), ma anche intellettu­ali come Zeffirelli e Squitieri. E naturalmen­te campioni, tanti campioni, compresi i più grandi di sempre: Pelè e Maradona.

Al «Processo» è stato affiancato da diverse «vallette». Tutte rigorosame­nte «mute». Molte di loro oggi sono famose, altre completame­nte dimenticat­e. Lo spazio loro concesso era l’annuncio della pubblicità, ma quando arrivava il momento Aldo lo scandiva insieme alla bella di turno dettandogl­ielo: «E ora... pu-bbli-ci-tà». Le soprannomi­narono «biscardine». Tra loro ricordiamo Paola Perissi, Vanna Brosio, Michela Rocco di Torrepadul­a, Alessandra Canale, Ambra Orfei, Sara Ventura, Jennifer Rodriguez, Debora Salvalaggi­o, Mara Cocchini, Jessica Bellinghie­ri.

Aldo Biscardi è morto a 86 anni al Policlinic­o Gemelli di Roma, dove era ricoverato da alcune settimane. Se n’è andato di domenica Aldo Biscardi, quando si giocano le partite. Anzi, si dovrebbero giocare, perché a lui il «calcio spezzatino» non piaceva. Il funerale, invece, si è svolto di lunedì, il suo giorno. Il sito del «Corriere della Sera» lo ha trasmesso in diretta: come si fa con i Papi e i capi di Stato.

 ??  ?? IL PRIMO PROCESSO Biscardi con Danila Caccia, nell’edizione 1983-1984 de «Il processo del lunedì», la prima condotta da lui.
IL PRIMO PROCESSO Biscardi con Danila Caccia, nell’edizione 1983-1984 de «Il processo del lunedì», la prima condotta da lui.
 ??  ?? 30 ANNI DI «PROCESSO» Aldo Biscardi ha condotto «Il processo del lunedì» su Raitre dal 1983 al ‘93 e «Il processo di Biscardi» dal 1993 al 2016 su varie reti.
30 ANNI DI «PROCESSO» Aldo Biscardi ha condotto «Il processo del lunedì» su Raitre dal 1983 al ‘93 e «Il processo di Biscardi» dal 1993 al 2016 su varie reti.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy