Adesso parliamo di veri programmi
Che i politici si scannino sulle «fake news» ( le notizie false che vengono diffuse su Internet, ndr), con tutte le balle che vanno raccontando dalla notte dei tempi, fa quasi tenerezza. Per esempio, se guardassimo ai programmi di governo, dagli albori della Repubblica a oggi, il Mezzogiorno d’Italia sarebbe al passo con la Lombardia, disoccupazione e corruzione solo brutti ricordi, le nostre infrastrutture all’avanguardia e cosi via. Ma è in corso una campagna mondiale contro le bufale del web, le campagne addomesticate pro (o contro) questo e quello, e quando c’è confusione l’Italia non manca mai. Capisco che se le notizie sulle «fake news» nostrane arrivano dal New York Times qualcuno può prenderle sul serio, e naturalmente spero si faccia chiarezza per la trasparenza generale e il bene di tutti, ma non mi sembra un inizio di campagna elettorale promettente. Mi aspetterei, piuttosto, di conoscere al più presto i programmi dei partiti e delle diverse coalizioni. Accanto a ogni singola proposta mi piacerebbe veder definiti i costi e dove si troveranno le coperture. Sarebbe anche confortante essere certi che le liste dei candidati saranno pulite, in equilibrio tra uomini e donne. Non sarebbe male anche avere una idea di massima sulle ipotesi circa i ministeri più importanti. Intanto, nonostante io abbia smentito più volte, «La Repubblica» ha deciso che mi candiderò... No, questa è una balla spaziale!