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I libri, i «nomi» di Enzo Caffarelli, Viaggio nella storia di Alberto Angela

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Dopo aver spiegato qualche settimana fa i cognomi di alcuni popolariss­imi conduttori televisivi, ripetiamo l’operazione con le loro colleghe. Cominciamo da lontano, da Enza Sampò: il suo raro cognome piemontese sta per San Polo, ossia San Paolo. Carrà, com’è noto, è il nome d’arte di Raffaella Pelloni, da Iacopello, analogo a Iacopino, da Iacopo.

A spasso nel tempo

Da un nome medievale deriva il cognome di Enrica Bonaccorti: Bonaccorto stava per «ben attento, prudente, astuto». Da nomi di persona anche i cognomi Venier (d’arte anche questo e viene da Veniero, legato alla dea Venere), Carlucci (da Carlo), De Filippi (da Filippo). Meno semplice Dandini: è il diminutivo di Dando, forma medievale accorciata (e con ripetizion­e della «d») di Ferdinando o di Orlando. Possiamo aggiungere Bignardi (da Bigno, forse accorciame­nto di Benigno), Daniele (che vuol dire «Dio è giudice»), Blasi (da Blasio che equivale a Biagio). Non facile il cognome Toffanin di Silvia: alla base vi è Cristofano divenuto poi Tofano e Toffano, poi suffissato. Facile invece quello di Barbara d’Urso: Urso e Orso sono anche nomi di persona.

Dalla Lombardia a Genova

Da nomi di luogo derivano i cognomi Perego (molto diffuso in Lombardia, dove corrispond­e a una frazione del comune di La Valletta Brianza), Sagramola (che andrebbe accentato sulla ò, in quanto vale «sacra mole, costruzion­e») e Parodi, primo cognome a Genova, da Parodi Ligure vicino Alessandri­a. Parodi era anche il soprannome per dire «soldati», che in massa giungevano in Liguria proprio da quel paese.

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Silvia Toffanin (38).

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